14/09/2003 Tempo di lettura: 4 minuti
La Ferrari torna alla vittoria con un Gran Premio molto speciale per il Cavallino e per tutta la tifoseria che lo sostiene: Monza, il tempo della velocità, per usare un epiteto conferito all’autodromo più celebre d’Italia (e tra i più importanti nella storia dell’automobilismo mondiale). Tempio della velocità che ha visto nuovi record: la media fatta registrare da Schumacher, cioè la più alta di tutta la storia della F1 (il precedente record era stato fatto segnare da Montoya lo scorso anno, sempre qui a Monza) e la velocità di punta più alta della storia della categoria regina, cioè ben 368 km/h, sempre ad opera di Michael Schumacher, in fondo al rettifilo principale ed in fase di doppiaggio, quindi con un consistente aiuto da parte dell’effetto scia. Vittoria per il tedesco, dunque, che ritorna sul primo gradino del podio dopo tre mesi di assenza dalle vittorie (l’ultimo trionfo risale al Gran Premio del Canada, in giugno), e va a quota 82 nel mondiale piloti. Secondo posto, dopo un duello durato fino alla fine della competizione, per Montoya, autore di uno scontro “epico”, durante tutto il corso del primo giro, con il pentacampione: grande spettacolo in pista, dunque. Il colombiano si pone, invece, a quota 79, cioè tre punti indietro rispetto alla leadership (mentre prima ne aveva solo uno). Terzo Barrichello, che ha contribuito ad un successo importante per la Ferrari, seguito da Raikkonen (che va a 75 punti), Gene (il quale ha guidato molto bene, sostituendo in modo esemplare Ralf Schumacher, che non ha pilotato per via di problemi di salute), Villeneuve (finalmente Jacques può godersi tre punti, una piccola grande soddisfazione per lui e per i tifosi del canadese), Webber, Alonso (che, partendo dalla fine dello schieramento, ha avuto vari problemi, in quanto ha subito danni per via di una collisione, perdendo tempo e posizioni, anche a causa delle riparazioni al box). Nono Heidfeld, il quale, nell’essere doppiato da Montoya verso fine gara, non ha immediatamente dato strada al colombiano, facendogli involontariamente perdere decimi preziosi, nella caccia a Schumacher, il quale, nel frattempo, era in testa e si allontanava. Decimo Fisichella, seguito dal compagno di squadra Baumgartner, da Kiesa e da Frentzen. Coulthard si è ritirato, tradito dalla sua McLaren; Trulli ha subito la stessa “punizione” dalla sua Renault, che, stando alle parole dell’abruzzese, si è ammutolita di colpo, senza più accelerazione né cambio. Verstappen e Wilson sono rimasti coinvolti nell’incidente al via, lo stesso di Fernando Alonso. Restano adesso due gare, ovvero Indianapolis (Gran Premio degli Usa) e Suzuka (Giappone), dove la Ferrari e la Williams continueranno a contendersi fino all’ultimo le prime posizioni. Michael Schumacher può matematicamente diventare campione del mondo se vincerà ad Indy e Montoya non prenderà punti, oppure se ne prenderà soltanto uno o due, e se Raikkonen non andrà oltre la terza posizione (ferma restando la vittoria di Schumi). Il giovane finnico rischia dunque di restare tagliato fuori dalla lotta per il titolo. Nel mondiale costruttori la Williams ancora è prima con ben 141 punti, quattro in più delle Rosse. La McLaren resta indietro, giungendo a quota 120 punti.

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