25/04/2004 Tempo di lettura: 6 minuti

Michael Schumacher sembra inarrestabile. Ha una vettura favolosa, è sicuramente l'unico pilota ad avere una marcia in più ed ha la freddezza per non farsi prendere dalle emozioni. Può apparire azzardato dirlo, anche e soprattutto perchè i paragoni storici fanno (ragionevolmente) storcere il naso a molti, specie a coloro i quali seguono la Formula 1 da moltissimo tempo (se non dagli inizi!), ma la verità sembra essere una: il tedesco non è per niente sazio di vittorie, non è in fase calante (anzi, nella fase del tutto opposta) e sa essere quasi sempre il migliore. Non è un volersi schierare dalla sua parte, non è eccessiva esaltazione, è la pura constatazione della verità, di ciò che accade nei circuiti. Rubens Barrichello ha la sua stessa, medesima, stratosferica macchina. Nonostante questo, però, il brasiliano non sa avere quel che ha il numero uno in squadra. A parità di mezzi, il rendimento dei due drivers è spesso e volentieri molto diverso. Con, ovviamente, il vantaggio da parte di Michael. La vera rivelazione del weekend imolese sono state le Bar, in particolare quella di Jenson Button, un giovane inglese che sta emergendo notevolmente e che dispone di una macchina molto competitiva (al punto da essere quasi l'unica "valida" rivale della Ferrari di Schumacher oggi). Nonostante l'errore durante le qualifiche di ieri, il campione del mondo in carica è stato comunque in grado, soprattutto con calma e con la consapevolezza di chi sa il fatto proprio, di ottenere in men che non si dica la leadership. E' bastata un po' di strategia da aggiungere agli ingredienti Ferrari che già conosciamo per conquistare e non mollare più la prima posizione! Button era molto leggero alla partenza, con poco carburante in monoposto, dunque decisamente scattante. Non appena l'inglese si è fermato ai box (nei primi giri Michael lo "controllava" a breve distanza senza attaccare), Schumacher si è scatenato, ha fatto segnare un paio di giri record, si è fermato a sua volta per il primo pit, è ripartito (diventando primo) ed ha fatto il vuoto. Ai tempi di Hakkinen e della super McLaren erano manovre straordinarie (basti ricordare due esempi su tutti, come Budapest 1998 e Suzuka 2000), mentre oggi si tratta della normalità. La Ferrari non ha avuto bisogno di attaccare con aggressività, ma solo di tenere d'occhio l'unica rivale (per l'appunto la Bar di Button): il resto è stata ordinaria amministrazione. Vittoria numero 74 per Schumi, numero 171 per le Rosse. Completa il podio Montoya, visibilmente scontento (nell'intervista post-gara) della sua semi-uscita di pista alla Tosa subito dopo la partenza, quando ha cercato di attaccare all'esterno Michael, ma non c'è riuscito ed è finito quasi tutto sull'erba (complice la chiusura di traiettoria del tedesco). Juan Pablo, sicuramente, non tollera più, psicologicamente, una superiorità che sembra non venir meno mai, nemmeno nei momenti di (apparente) crisi. Del resto, il colombiano era una grande speranza del Circo della Formula 1. Ci si attendeva grandi risultati da lui, che però ancora si sono visti in piccola parte. Troppi gli errori di Montoya nelle sue gare dal 2001 ad oggi, troppa la carenza di costanza ed eccessivo il nervosismo del pilota nel guidare la vettura. Quarto posto per Alonso, autore di un bel duello con Ralf Schumacher (anche se entrambi devono essere sentiti nel pomeriggio per un contatto tra loro alla Tosa, che ha mandato fuori il tedesco), quinto per Trulli, sesto per Barrichello, settimo per Ralf Schumacher ed ottavo per Raikkonen, che stavolta, finalmente, è riuscito a finire la gara. Nono Fisichella, seguito da Massa, Panis, Coulthard, Webber. Sempre più deludente lo scozzese del team anglo-tedesco: errore alla partenza, tamponamento nei confronti di Alonso e perdita di alettone con uscita di pista e conseguente ritardo nella riparazione ai box. Spiacevoli i ritiri dei nostri piloti italiani, quelli esordienti di fronte al pubblico di casa ad Imola: Bruni e Pantano. Andando alla classifica Piloti: Michael Schumacher è al comando con punteggio pienissimo: 40 punti. Seguono: Barrichello con 24, Button con 23, Montoya con 18, Alonso con 16, Trulli con 15. Nel Mondiale Costruttori la Ferrari vola via: 64 punti per la squadra di Maranello, 31 per la Renault, 27 per Williams e Bar (davvero sorprendente il team gestito da Richards), soltanto 5 per la McLaren. La Formula 1 tornerà tra due settimane, dopo la pausa più lunga (di tre) tra questo gran premio ed il precedente in Bahrain. Un pensiero, un ricordo, vanno al compianto Michele Alboreto, che ci ha lasciati esattamente tre anni fa sul circuito del Lausitzring (lo stesso in cui, in quel maledetto 2001, perse le gambe Zanardi a causa di un gravissimo incidente), mentre provava con l'Audi la vettura in preparazione per Le Mans. Molto probabilmente, nei cuori di tutti i ferraristi che si rispettino, questa vittoria verrà dedicata silenziosamente al grande Michele (cui non ci si poteva non affezionare) che nell'85 sfiorò il mondiale di Formula 1 al volante della Rossa che oggi ha vinto ancora. Un tuffo nel passato, una valanga di ricordi, una manciata di emozioni e tanta nostalgia per tutti quei piloti che non ci sono più, ma che sono ancora vivissimi dentro di noi...