16/08/2004 Tempo di lettura: 7 minuti

La storia della Formula 1 di questi ultimi anni è sempre di più tinta di rosso. La domenica di Budapest è entrata nella storia, proprio come quella di ben tre anni fa, quando nel 2001 le Rosse vinsero entrambi i titoli in un colpo solo. In un certo senso è stato così anche stavolta: il titolo Costruttori è andato per la quattordicesima volta (sesta consecutiva dal 1999!) alla Ferrari, ma il Piloti non è ancora stato assegnato. E' comunque festa, perchè sarà vinto o da Schumacher o da Barrichello, con la garanzia della matematica. Button, quindi, esce di scena nella lotta al titolo iridato, e continua a vivere nella bufera per via di questo probabile passaggio in Williams, ancora tutto da chiarire. Con cinque gare di anticipo la Ferrari risponde a suon di record (batte praticamente se stessa) ai nuovi regolamenti ed allo scempio tecnico cui stiamo assistendo in questi anni. Come abbiamo sostenuto in passato, i regolamenti sono eccessivamente ristretti, nel senso che le vetture sono, in fin dei conti, identiche le une alle altre. Sarebbe bello, senza nulla togliere alla sicurezza (anzi, incrementandola ancora più di oggi!), dare molta più libertà ai team nel progettare monoposto nuove, nell'usare tecnologia e nell'inventarla, pur lasciando al pilota il ruolo di co-protagonista, assieme alla macchina, del circuito. Niente aiuti a chi guida, affinchè dimostri il suo vero valore (come fa Michael Schumacher nelle parti guidate e nelle strategie di gara: basti pensare alle quattro soste di Magny Cours un mese e mezzo fa!) e vetture innovative, che lascino a bocca aperta chi le osserva, come succedeva negli anni 70', quando una Tyrrell a sei ruote sbalordiva tutti, o quando entrarono in auge i turbo, o quando nel 79' la Lotus "scoprì" l'effetto suolo, avendolo applicato alla Formula 1. In sostanza, ci vorrebbero macchine svariate, che si distinguano le une dalle altre, che permettano di trasferire, a tempo debito, moltissime informazioni ed applicazioni alle rispettive vetture stradali delle case che partecipano alla massima formula. E' così che sta facendo la Ferrari, in molti campi della sua produzione, dimostrandosi stravincente in pista e su strada, con una produzione relativamente bassa (meno di 5.000 vetture all'anno) rispetto ai grandi costruttori, ma con un ritorno di immagine ed economico che non hanno pari. Come ha sottolineato ieri Ciampi, nel complimentarsi con Montezemolo, la Ferrari rappresenta l'Italia, e da italiani bisogna esserne orgogliosissimi. Anche il Presidente della Rossa (e della Fiat!) ha marcato questo significato: è una vittoria dedicata all'Italia, ed esprime tutto il potenziale che ha questa nazione. Per Schumacher è stato il dodicesimo gran premio su tredici finora disputati, battendo il suo stesso record di undici vittorie in una sola stagione. Con Barrichello al secondo posto, è stata la doppietta numero sette del 2004, 67esima della storia Ferrari, su 699 gran premi disputati (Ungheria 2004 compresa). A Michael appartengono la pole, il giro più veloce e la vittoria del weekend in questione. Il tedesco sale a 120 punti (su 130 matematicamente realizzabili!), con Barrichello a 82, diretto inseguitore. Già a Spa, tra due settimane, Michael potrebbe mettere le mani in netto anticipo sul suo settimo titolo mondiale: in che modo? Gli basta vincere, come ha fatto finora, sul tracciato che più gli piace, e che lo scorso anno fu tolto dal calendario per problemi legati alla legge anti-tabacco vigente in Belgio. Per il 2004 è stato preso un provvedimento (come leggete a parte nella sezione news di questi ultimi mesi) che consente di sponsorizzare il fumo solo all'interno del circuito e nei giorni della manifestazione sportiva. Facendo dei conti, se Schumacher vincesse, arriverebbe a 130 punti; e se Barrichello giungesse secondo, arriverebbe a 90. A quel punto, con quattro gare rimanenti, Rubens potrebbe vincerle tutte (con Schumi non a punti in tutte e quattro le gare) e arrivare anche lui a quota 130. Ma a parità di punti si contano i piazzamenti, partendo dalle vittorie, cioè le prime posizioni. E Schumacher ne avrebbe molte di più di Rubens. Basterebbe questo a far vincere il tedesco, cui, ripetiamo, serve solo una vittoria il prima possibile. E, considerando che a Budapest le Rosse dovevano essere (insieme alle Bridgestone) svantaggiate in partenza, mentre poi hanno stravinto, si può già immaginare cosa possa succedere ad una Ferrari stellare e inarrestabile pilotata da un certo Michael Schumacher sul suo circuito preferito: Spa-Francorchamps. Lì Michael ha quasi sempre dominato. Nel 92 ottenne la sua prima vittoria in F1; nel 94 vinse ma fu squalificato per irregolarità al fondo piatto della sua Benetton-Ford; nel 95 vinse con la Benetton; nel 96 vinse di nuovo, con la Ferrari; nel 97 idem, sotto un acquazzone memorabile; nel 98 uscì di scena per un'incomprensione molto inusuale e pericolosa con Coulthard, ma era sulla via della vittoria; nel 99 non potè partecipare a causa della frattura di Silverstone; nel 2000 perse verso la fine della competizione per un altrettanto memorabile sorpasso di Hakkinen ai suoi danni, mentre doppiavano contemporaneamente il povero Zonta, che si trovava nel bel mezzo della tempesta dei due aspiranti al titolo; nel 2001 e nel 2002 sempre vittoria, mentre nel 2003, come si accennava prima, non si corse a Spa. L'appuntamento della scorsa domenica a Budapest, andando agli altri classificati, non ha riservato grandi sorprese, poichè il podio è andato ad Alonso (che qui vinse lo scorso anno), che si è classificato terzo. Vera e propria debacle della Michelin, molto poco soddisfatta dei risultati ottenuti. Interessante il quarto posto di Montoya, che ha avuto il piacere di guidare una vettura con muso tradizionale invece delle famosissime zanne. Quinto Button, sesto Sato, settimo Pizzonia, ottavo Fisichella (che racimola un altro prezioso punto). Da osservare il solito scatto in partenza delle Renault, che hanno beffato le BAR, anche se Trulli ha dovuto poi fare i conti con un guasto che lo ha lasciato a piedi. Piacevole ricordare che sia le Jordan che le Minardi non hanno subito ritiri e sono giunte alla bandiera a scacchi. Come accennato prima, il prossimo appuntamento è Spa. E il pronostico ... beh, lo sappiamo un po' tutti!