Gli DEI del volante - John Surtees, campione ovunque
11/02/2023 07:00:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Da dove cominciamo? Da un record destinato a restare imbattuto per sempre, visti la dimensione attuale e l’evoluzione specialistica delle varie discipline del motorsport, o dalla tazza di tè nero fumante che beveva tranquillamente prima di salire in moto o in macchina, nell’imminenza di una gara?

C’è da scegliere, con un fenomeno come John Surtees, uno del quale Enzo Ferrari ebbe a dire che era stato, con Stirling Moss e Tazio Nuvolari, l’unico a rivelarsi sempre migliore rispetto al mezzo meccanico che gli veniva messo a disposizione. I mezzi, nel suo caso: prima le moto, poi le auto, cogliendo in entrambi i casi l’alloro massimo, almeno una volta. 

 

Alcuni particolari, per tradurre l’innata predisposizione alla guida e alla velocità, da intendere nel significato più ampio e, dopo di lui, più inimitabile possibile: basta considerare che nel 1955, quando aveva ventun’anni, Surtees da motociclista aveva prima battuto, in sella a una NSU tedesca le titolatissime MV Augusta nella categoria 250 cc, poi la Gilera del leggendario Geoff Duke, moto ben più potente della sua, pilotata da un espertissimo campione.

Gli DEI del volante - John Surtees, campione ovunque

Incredulo, il Conte Augusta dal 1956 fece di tutto per averlo sulla propria moto, allettandolo attraverso l’offerta di un assegno…in bianco, sul quale Surtees, persino più incredulo del Conte, avrebbe dovuto scrivere la cifra. L’investimento si rivelerà fruttuoso per entrambi, visto che la MV Agusta conquisterà titoli in 350 (1958, 59, 60) e 500 (1956, 58, 59, 60). Sette titoli mondiali, prima di togliersi lo “sfizio” della Formula Uno. Cosa che già altri motociclisti avevano fatto, ma soltanto come “escursione” per testare il proprio eclettismo; che altri avrebbero fatto dopo di lui senza riuscire a lasciare il segno, come Mike Hailwood o Giacomo Agostini, non per rivelarsi profili vincenti anche sulle quattro ruote. 

Gli DEI del volante - John Surtees, campione ovunque

L’esordio con la Lotus nel 1960, subito mettendosi in luce come pilota glaciale, in grado di tenere sotto controllo ogni particolare, in grado però di incendiare le folle per l’assoluto dominio della velocità e della soglia di rischio. Non è un caso che Enzo Ferrari si faccia subito sotto, con il piglio da talent - scout tradizionalmente tipico del Drake; non è un caso che in quel momento Surtees ritenga giusto rifiutare, per poter accumulare altra esperienza in Formula Uno. Un’altra testimonianza di grande intelligenza e di predisposizione alla pianificazione delle proprie vittorie. 

Si riterrà degno del Cavallino nel 1963: Enzo Ferrari lo ha aspettato, segno di immensa stima, probabilmente anche perché ha apprezzato le motivazioni del primo rifiuto. Nel 1964, John Surtees si laurea Campione del Mondo di Formula Uno con la Ferrari e unico pilota a vincere il titolo sia con le motociclette che con le automobili. Fino ad allora e da allora fino a oggi: semplicemente, non ci è più riuscito nessuno. 

Gli DEI del volante - John Surtees, campione ovunque

Già, ma come lo sorbiva quel tè nero, ai box, con un aplomb tale da far pensare che la gara imminente non lo riguardasse nemmeno? Senza zucchero, ma accompagnato da un immancabile bricchetto di latte. In quei momenti, nessuno osava disturbarlo, nemmeno il Conte Agusta o Enzo Ferrari, che gli consentirono di scrivere pagine immortali per due leggendari marchi italiani. 

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Foto www.theguardian.com


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