A Shanghai la Renault ha coronato un sogno, concretizzato un grande progetto, confermato la propria superiorità. E’ inutile perdere troppo tempo a cercare parole: Flavio Briatore, l’intera squadra, i piloti, i tecnici, le gomme Michelin (in altri termini tutti quelli che hanno contribuito al trionfo di quest’anno) si sono espressi tramite i fatti, tramite la realtà, tramite una promessa mantenuta (in un mondo, specie quello sportivo e nella fattispecie quello automobilistico, dove la coerenza sembra diventare sempre più merce rara...). La Ferrari, a questo punto, ha consegnato il testimone ad un team che si è rivelato degno erede: Fernando Alonso ha corso, probabilmente, il più bel weekend dell’intera stagione. Ha dominato dall’inizio alla fine, ha corso alla maniera di Michael Schumacher, non si è egoisticamente accontentato del suo titolo personale (quello Piloti) messo in tasca da quasi un mese, ma ha voluto fare un regalo ancora più grande alla sua squadra, a quei ragazzi che ironicamente hanno esposto, ai tempi di Interlagos, quella maglietta con su scritto “Schumacher chi?”, proprio nel giorno in cui il giovane spagnolo spezzava definitivamente il dominio del tedesco, che durava da quasi un lustro… La McLaren, incredibilmente, ha mancato il suo prezioso obiettivo, ovvero salvarsi in parte con la conquista del titolo Costruttori, cosa assolutamente alla portata della squadra e dei piloti, soprattutto Raikkonen. A dire il vero ci si è messa di mezzo anche la sfortuna: Montoya, nel corso della gara, ha centrato in pieno un tratto di cordolo completamente saltato, che gli ha irreparabilmente danneggiato ruota anteriore destra e relativa sospensione. Vista l’esperienza del Nurburgring con Raikkonen, la McLaren ha saggiamente e prudentemente deciso di non far proseguire il suo driver e farlo rientrare ai box per un amaro ma necessario ritiro. E la Ferrari? Una stagione cominciata male è finita peggio ancora: durante il giro che tutti effettuano per schierarsi in griglia, Michael Schumacher ha avuto un incidente con la Minardi di Albers, che lo ha centrato in pieno. Un episodio molto strano, poiché il tedesco procedeva piano, poi ha cambiato direzione ed in quel momento sopraggiungeva la vettura dell’olandese, che altro non ha potuto se non piombargli addosso, peraltro provocando un impatto dalle conseguenze potenzialmente pericolose. Ciò ha del tutto vanificato la bella sesta piazza che Michael aveva ottenuto in griglia, in quanto è dovuto poi partire dal fondo (per ovvie ragioni ha utilizzato il muletto); la cosa ancora più sorprendente è che Schumi ha commesso un errore davvero inaspettato nel corso di un giro in regime di Safety Car: forse in buona parte a causa delle gomme non in temperatura, il tedesco ha fatto una brusca frenata per non colpire Massa, che lo precedeva e aveva rallentato anche lui un po’ rapidamente. Risultato: il tedesco è finito in testacoda e poi fuori pista. Probabilmente non ha avuto nessuna colpa, ma viene da pensare che questa stagione nera e questo fine settimana nerissimo abbiano fatto sballare la proverbiale freddezza da computer di Schumacher! Che il pensiero degli uomini in rosso sia rivolto da tempo al 2006, del resto, è accettabile e risaputo. Questo brutto finale è stato “completato” da un errore in frenata di Barrichello, che, non reggendo da giri il ritmo più elevato di Webber (che gli stava alle spalle), ha ceduto alla pressione con un’escursione fuori pista e la perdita di due importanti posizioni: il risultato è stato l’uscita definitiva dalla zona punti. L’anno scorso, proprio Rubens, in Cina vinceva alla grande e inaugurava nel migliore dei modi il nuovo tracciato… E’ stata anche la sua ultima vittoria in rosso e lo resterà per sempre, dal momento che il brasiliano cambierà casacca per andare alla BAR. Andando ai risultati della corsa, oltre alle prime due posizioni di Alonso e Raikkonen, va lodato il terzo posto di Schumi jr, con la Toyota, che potrà festeggiare la fine della stagione con un bel podio. Andrebbe aggiunto un particolare: la fortuna ha assistito Ralf, in quanto, fino a qualche giro prima della fine, la terza piazza apparteneva a Fisichella, il quale ha dovuto cederla poiché penalizzato con un drive through per via di un presunto rallentamento in pit lane ai danni di alcune vetture che seguivano. Le Red Bull concludono discretamente con il quinto posto di Klien ed il nono di Coulthard; i due driver sono stati confermati per la prossima stagione ed è stato scelto (con grande disapprovazione dei tifosi) anche il nuovo nome da dare alla Minardi a partire dal 2006, per via dell’acquisto della scuderia ad opera della Red Bull stessa. La titolazione data è “Toro Rosso”, traduzione italiana del nome della scuderia principale: forse si è trattato di un compromesso finalizzato ad evidenziare la componente nettamente italiana del “mini-team”, che comunque resterà nella sede di Faenza. Vitantonio Liuzzi e Scott Speed, insieme a Neel Jani, sono stati infatti confermati come piloti della squadra, anche se si dovrà stabilirne i ruoli interni. Tornando alla gara, un brutto spavento è toccato (senza conseguenze) a Karthikeyan, indiano pilota della Jordan (che diventerà, come leggete a parte, Midland dall’anno prossimo), che, perso il controllo della sua monoposto, ha violentemente impattato contro le barriere disseminando pezzi in un tratto del circuito e costringendo i commissari ad autorizzare l’uscita della Safety Car (la quale, quindi, è entrata in corsa ben due volte…). Una piccola nota negativa va fatta all’organizzazione del circuito di Shanghai, che non è stata rapida nella rimozione della vettura, ferma a bordo pista, e non è intervenuta tempestivamente per spegnere un principio di incendio verificatosi proprio subito dopo l’impatto nel retrotreno della Jordan. Ciò è sicuramente dovuto alla normale inesperienza dei commissari di percorso, non ancora perfettamente preparati in un paese dove l’automobilismo si sta fortemente affermando solo in questi ultimi tempi. Entro la fine del mese ci saranno degli appuntamenti molto importanti, di cui il più considerevole è la riunione del 28, 29 e 30 ottobre a Roma dei vertici della categoria, che decideranno su punti molto importanti in vista della stagione 2006. Tra questi si stabilirà come modificare l’attuale configurazione di qualifica, che ha reso scontento il pubblico ed ha notevolmente diminuito lo spettacolo rispetto alle frizzanti qualifiche che si vedevano in passato. I motori si riaccenderanno abbastanza presto, e a marzo, con l’apertura del nuovo campionato, farà un certo effetto vedere il numero 1 su un muso blu e non più su uno rosso! Ci auguriamo, per il bene di questa categoria, che regole più sensate e meno restrittive consentano a tutte le scuderie di lottare e competere liberamente fino all’ultima curva, come vorrebbe lo spirito di un così emozionante sport.
Tutte le news, le foto, il meteo, gli orari delle sessioni ed i tempi del Gran Premio della Cina 2005