Dopo aver stupito nel primo appuntamento stagionale in Bahrain, l'Aston Martin ha confermato la propria competitività nelle prime Prove Libere del Gran Premio dell'Arabia Saudita. I fari sono sempre più puntati su Fernando Alonso e Lance Stroll. E in particolare sulla AMR23 nata a Silverstone. Ma di chi è figlia questa vettura?
L'analisi di Matteo Bobbi sulla AMR23
Riavvolgiamo il nastro: negli ultimi due anni, un certo numero di membri dello staff della Red Bull è passato all'Aston Martin, con Dan Fallows - ex aerodinamico Red Bull - ed Andrew Alessi - ex designer Red Bull - che hanno assunto rispettivamente il ruolo di direttore tecnico e quello capo delle operazioni tecniche nel team di Silverstone.
Ne è conseguito che l'Aston Martin è stata soprannominata la "Red Bull verde", questo già al Gran Premio di Spagna della scorso campionato quando il team inglese portò un pacchetto di aggiornamenti che resero la AMR22 molto simile alla RB18. La FIA escluse qualsiasi illecito, ma le polemiche ancora oggi proseguono. Anche la Mercedes ha rivendicato qualcosa, insuando che l'Aston Martin abbia copiato la parte posteriore della propria vettura.
Scopriamo cosa ne pensa l'analista di SkySportF1 Matteo Bobbi. Di seguito le sue considerazioni fatte durante la diretta televisiva delle FP1 a Jeddah:
"Credo che la cosa più giusta sia stata detta dalla Mercedes, c'è una parte realistica nella loro versione. Per esempio: motore e retrotreno sono di proprietà intellettuale della Mercedes. Lì c'è stato un chiaro travaso, ma è ovvio. Perché lì c'è anche un agreement che lo sigilla. Per quanto riguarda il resto, ovviamente ci sono tante speculazioni. Dan Fallows è approdato in Aston Martina da Red Bull nello scorso aprile. Ricordiamo anche che è arrivato dopo un gardening di dieci mesi, quando il concetto base della AMR23 che stiamo vedendo era stato già incanalato. Poi l'impollinazione - io la chiamo così - esiste da anni in Formula 1. Quest'anno tante macchine sembrano figlie di un progetto Red Bull...".
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