25/04/2006 Tempo di lettura: 4 minuti
Imola è da sempre un posto speciale: sarà per il fiume Santerno, che costeggia metà del circuito che porta il nome di Enzo e Dino Ferrari (padre e figlio); sarà per questa pista fatta di rettilinei, tornanti, chicane e saliscendi, che è vicinissima al centro della città; sarà per il calore e l’atmosfera di festa che i tifosi (della Ferrari, naturalmente!) creano anche da casa propria, con i balconi (pochi, è vero) che si affacciano direttamente sul tracciato…
Non finiremmo mai di stupirci per le mille caratteristiche uniche che questo circuito possiede, anche perché la principale, forse l’unica che non può non essere citata, è la capacità di ripresa che le rosse, Michael Schumacher incluso, riescono ad avere sul terreno di gioco di casa propria.
Come tutti sanno, infatti, Maranello non dista poi tanto da Imola, considerata un gran premio ancora più “intimo” del magico, irripetibile, storico appuntamento di Monza…
Qui ad Imola, nel 2003, Michael e Ralf vinsero la morte, che aveva portato via senza pietà la madre dei due piloti tedeschi: una scomparsa che aveva fatto immaginare una giustificatissima, quasi dovuta, assenza. L’assenza di due figli, oltre che piloti; e invece loro erano lì, a contendersi il primo posto, a dare secondi su secondi, giro dopo giro, a tutti gli altri concorrenti. La velocità oltre la fine della vita, la concentrazione per affrontare un dramma immenso, la grandezza nel dedicare silenziosamente il primo successo Ferrari di quell’anno alla propria mamma.
Andando all’anno scorso, in un’atmosfera decisamente più serena, come non ricordare lo storico duello tra la Renault di Alonso e la Ferrari di Michael? E’ bene cercare di riportare alla mente più immagini possibili di quella bellissima competizione, perché domenica, sulle sponde del Santerno, si è riproposta, in modo quasi epico, la stessa identica sfida. A ruoli invertiti.
Schumacher ha colto il primo, superbo successo, dopo tanto tempo: l’unica vittoria del 2005, ad Indianapolis, non può essere considerata fino in fondo tale. Senza togliere meriti al lavoro della Ferrari in quel periodo (Bridgestone compresa…), quasi tutti ricorderete che solo sei vetture presero il via, in quanto le altre, gommate Michelin, per motivi di sicurezza legati proprio alle coperture francesi, non si schierarono, dando luogo ad una delle situazioni più paradossali (e sportivamente tristi) della storia della categoria.
Allora a quando possiamo far risalire l’ultima vera vittoria delle rosse, l’ultima vittoria simile a quella di ieri? Certamente al 2004, stagione in cui la superiorità Ferrari è stata devastante per tutti gli avversari (probabilmente migliore di quella avuta nel 2002, altra annata di record in rosso…) e imparagonabile con la competitività di ieri, sufficiente a fronteggiare la Renault del campione del mondo senza garanzie assolute di trionfo. Ma il Destino, si sa, ama intessere strane trame, spesso incredibili: ed ecco che, dopo un anno esatto, il tedesco ferrarista si è ripreso il “maltolto”, cioè il primo posto dell’anno precedente.
Pole numero 66 al sabato, trionfo numero 85 domenica ed una ripresa rossa eccezionale, che promette bene per il futuro.
Dopo una prestazione così, anche Flavio Briatore ha dichiarato che si è trattato di uno spettacolo molto bello, emozionante, finalmente degno di una Formula 1 che vuole risorgere e coinvolgere in modo sempre più “caldo” i suoi fan…
Tra due settimane si corre al Nurburgring, in un altro posto significativo per Michael Schumacher: i luoghi della sua giovinezza sono lontani poche decine di chilometri dal tracciato…

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