Gli avevamo dato ragione, lo avevamo scritto a caldo dopo subito dopo la bandiera a scacchi di Zeltweg: per noi è stato Sainz il pilota di giornata domenica scorsa e, sempre a nostro giudizio, il muretto Ferrari ha danneggiato la sua gara.
Però, e questo è un passaggio comunicativo fondamentale, Sainz ha avuto ragione finché la ragione siamo stati noi a dargliela, dall’esterno: siccome avevano parlato i fatti, lui non avrebbe dovuto rimarcare il concetto.
Possiamo capire lo sfogo a caldo davanti alle telecamere di Sky, anche perché possiamo immaginare la soglia dell’adrenalina dopo la sua gara forse più intensa e arrembante da quando è in Ferrari. Quello che invece non possiamo condividere è lo strascico dello sfogo, con la facilità di pescare nel torbido, fino a un certo punto anche comprensibilmente, da parte dei media spagnoli, che hanno enfatizzato più i malumori del pilota di casa loro che la sua prestazione, anche perché lo stesso Sainz non ha poi aiutato la normalizzazione delle tensioni, cosa che invece in passato Leclerc in modo diplomatico e anche comunicativamente intelligente è stato in grado di fare.
Al di là del manifestarsi di una gerarchia tra i due piloti che non era stata dichiarata o indicata con nettezza a Maranello - difetto di comunicazione - e sulla quale si può essere o meno d’accordo, quello che ci fa riflettere è che se Sainz si fosse limitato a definirsi non pienamente soddisfatto di come sono andate le cose in Austria, avrebbe poi lasciato campo libero alle interpretazioni di pubblico e stampa che sarebbero stati quasi all’unanimità dalla sua parte. Ora invece, giunti a metà settimana e con un battage polemico alimentato in un certo senso anche dai suoi silenzi, la frittata comunicativa si è rovesciata e con una comunicazione che a Maranello resta “timida” è facile pensare che ora la bagarre interna, con la macchina che ha fatto registrare miglioramenti evidenti, possa generare nuove tensioni. In quel caso, Carlos Sainz dovrebbe essere il primo a pensare che a rimetterci, per una serie di ragioni, sarebbe proprio lui.
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