
Una gara contro ogni previsione, un risultato obiettivamente inaspettato, una vera sorpresa per un mondiale che sembrava già segnato. Intendiamoci, la Ferrari ha pienamente meritato questo bellissimo trionfo, soprattutto perché non ha ricevuto regali da nessuno ed ha vinto su un tracciato dove la Renault e la Michelin avrebbero potuto letteralmente sbancare e capovolgere la superiorità avuta dalla Bridgestone ad Indianapolis.
Michael Schumacher è sempre più re dei numeri e delle statistiche, che potranno avere un valore relativamente poco incisivo, ma sono comunque presenti dietro le quinte, soprattutto quando si scrive pezzo per pezzo la storia, in particolar modo quella dei grandi: ottantotto vittorie in carriera, ottava vittoria sul tracciato francese di Magny Cours (in media una ogni undici trionfi è avvenuta qui) e una voglia di tagliare per primo la bandiera a scacchi che non tramonta mai. Eccolo, probabilmente, il segreto di questo straordinario driver di 37 anni, che dopo quindici anni di Formula 1 è ancora lì davanti, a demolire record e correre in modo perfetto, senza errori.
Il gran premio di Alonso, invece, è stato un misto di furba strategia e inferiorità nei confronti dei rivali in rosso: Fernando, fino a metà gara, è stato tenuto a bada da Felipe Massa, che ha corso molto bene. Successivamente, la tattica a due soste dello spagnolo ha ingannato i box Ferrari, che hanno gareggiato con una tattica a tre stop per entrambe le vetture. Questa strategia ha funzionato con Michael Schumacher, e, nulla togliendo ai meriti di Felipe, non ha reso al 100% con il brasiliano, il quale ha comunque portato a casa un terzo posto e sei preziosissimi punti in ottica campionato. L’elevata competitività Bridgestone si è comunque vista anche dal rendimento avuto dalle Toyota, che, come tutti sanno, non sono un fulmine di guerra in pista (e non è un’offesa, ma solo una lucida e banale osservazione): Ralf Schumacher (Trulli è stato costretto al ritiro) ha tagliato il traguardo in quarta posizione davanti alla McLaren di Raikkonen, e non è un risultato esclusivamente figlio della vettura, ma per gran parte frutto proprio delle gomme.
La conclusione (se di conclusione si può parlare) è sempre la stessa: gli pneumatici fanno il bello ed il cattivo tempo in una Formula 1 povera di idee e di azzardi tecnici. Oggi la Michelin e, soprattutto, la Renault, hanno ricevuto un duro colpo, non tanto in chiave campionato, dove il loro margine di vantaggio è ancora consistente, quanto dal punto di vista psicologico. Un tale, spettacolare colpo di reni da parte della Ferrari e di Michael Schumacher farà riflettere a lungo i francesi.
Adesso, come già detto, Schumacher insegue Alonso a 17 punti di distacco, mentre la Ferrari insegue la Renault ad una ventina di punti circa. E’ ancora tutta da giocare, mancano sette appuntamenti e ad Alonso basterebbe arrivare sempre secondo per assicurarsi il secondo titolo consecutivo.
Tra due settimane si va in Germania ad Hockenheim, e, se le rosse sapranno ruggire anche lì, il muro di sicurezze e invincibilità del team giallo-blu inizierà a mostrare evidenti crepe…
Tutte le news, le foto, il meteo, gli orari delle sessioni ed i tempi del Gran Premio di Francia 2006