
Una mano invisibile. Sembra essere questa la forma scelta dalla sorte per delineare un risultato completamente inatteso nella ventesima edizione del Gran Premio d’Ungheria di F1…
Vero protagonista dell’intero weekend, in fin dei conti, è stato il meteo: sin dall’inizio abbiamo sottolineato come, nonostante le previsioni di gran caldo, il tempo sia stato assolutamente imprevedibile e ribelle, proprio come l’andamento della gara.
Doveva essere il gran premio di Michael Schumacher e della Ferrari, ed invece è stata la gara di quelli che fino a poco tempo fa erano gli outsider della categoria: la prima vittoria di Jenson Button era attesa da tanto, troppo tempo. Ed era attesa anche una zampata da parte della Honda, a lungo nelle retrovie e in costante lotta con problemi di ogni tipo. Il team nipponico era una delle migliori promesse del 2006 e, complici gli eventi di gara (in testa il ritiro di Alonso), finalmente abbiamo avuto modo di vedere una sua bella vittoria. Bella proprio perché nessuno si sarebbe mai immaginato questa sorpresa. Vincere non è solo sinonimo di superiorità assoluta, ma anche di capacità di tenere saldi i nervi, di non mollare e arrivare fino in fondo nel miglior modo possibile.
Questo tanto sospirato destino ha davvero giocato dei brutti scherzi sia ad Alonso che a Schumacher. Alla partenza sono stati entrambi perfetti (anche se Fernando ha fatto qualcosina in più), ma la differenza, come sempre, l’hanno fatta le gomme: una volta la pioggia era grande alleata delle rosse e soprattutto di Schumi, bravo sul bagnato quanto l’indimenticabile Ayrton Senna. Oggi, invece, considerato che adesso le Bridgestone lavorano alla grande con le alte temperature, la pioggia ha messo in ginocchio un’intera squadra (la Ferrari) ed esaltato tutti quei team che montano le Michelin. Di colpo le gomme francesi hanno ritrovato quella competitività perduta, ma questo alla Renault non è bastato.
Sia Fisico che Alonso hanno subito il ritiro, evento piuttosto raro nel panorama degli ultimi anni in casa Renault. La fine della corsa di Fernando, a dirla tutta, sembra quasi uno scherzo: a quanto pare, dopo l’ultima sosta dello spagnolo, una ruota posteriore era notevolmente allentata. Causa: una probabilissima disattenzione di un meccanico. Conseguenza: perdita del controllo della vettura e mini-botto sulle barriere. Se non fosse accaduto questo, Alonso avrebbe concluso primo o secondo, dal momento che dopo metà gara Button aveva già iniziato un bel forcing sul driver Renault.
L’odierna mancata competitività della Ferrari, però, non va considerata come l’inizio di una serie di guai, anzi, tutt’altro: ad inizio gara la temperatura dell’asfalto era di circa venti gradi, cioè decisamente bassa rispetto alle previsioni. Non appena, verso metà gara, la pioggia ha smesso di fare dispetti e i gradi dell’asfalto sono saliti a quasi trenta, Schumacher è stato strepitoso. Basti pensare che, con l’avvicinarsi di condizioni meteo consone alle Bridgestone degli ultimi tempi, Michael ha effettuato una rimonta da urlo, arrivando addirittura a sbriciolare in soli due giri lo svantaggio di dieci secondi circa che aveva nei confronti di Barrichello! In altre parole è bastato un po’ di caldo a fare nuovamente volare il tedesco e la sua vettura, segno che la Ferrari c’è, ed è più competitiva che mai (pioggia a parte…).

I guai, per Michael, sono iniziati a meno di venti giri dalla fine, quando otto punti sembravano felicemente suoi: il tedesco era secondo alle spalle di Button, dopo la rimonta di cui abbiamo accennato prima e successivamente ad un’entrata in pista della safety car (provocata da un bruttissimo incidente tra Raikkonen e Liuzzi, che stava per essere doppiato dal finnico), con i due pit stop già effettuati e con gomme intermedie montate sulla monoposto. Il momento cruciale è giunto quando la pista ha iniziato ad essere notevolmente più asciutta. Dietro il ferrarista, ad almeno quindici secondi, c’era de la Rosa con la McLaren, e più indietro ancora Nick Heidfeld sulla BMW Sauber, entrambi equipaggiati con le Michelin da asciutto (scelta rischiosa ma azzeccata).
E’ stato quasi alla fine, per via di queste diverse scelte di gomma, che non è stato possibile fare nulla per impedire l’inevitabile: sia de la Rosa che Heidfeld sono riusciti a recuperare sempre più terreno su Schumacher (parliamo di manciate di secondi al giro…), mostrando un’evidente superiorità dovuta alle coperture.
A complicare ulteriormente una situazione già difficile si è messo anche (stando alle dichiarazioni fatte ai box) un tirante della convergenza rotto, che ha determinato un ritiro pesantissimo del tedesco a soli due giri dalla fine.
Di certo, negli ultimi cinque appuntamenti che mancano da qui alla fine, non capiterà facilmente che entrambe le Renault (ma soprattutto quella di Alonso) vadano ko: un po’ per le circostanze, un po’ per le proprie scelte, la Ferrari ha pagato un grosso prezzo.
Con l’uscita di scena di tutti questi protagonisti del mondiale, non è stato difficile per Button, de la Rosa e Heidfeld occupare i tre gradini di un insolito ma piacevolissimo podio.
Se era lo spettacolo a mancare (lungo discorso aperto una miriade di volte), un po’ di pioggia ha sistemato le cose, regalandoci una gara non noiosa e colma di sorprese.
Nelle zone alte della classifica la situazione cambia di pochissimo: gli undici punti che separano Schumacher da Alonso sono rimasti invariati (aggiornamento: dopo la squalifica di Kubica Michael entra in zona punti ed ora il distacco da Alonso è di 10 punti), mentre la Ferrari ha rosicchiato un punticino (tre) alla Renault grazie all’ottavo posto (settimo) di un Felipe Massa che poteva fare qualcosa in più, visto ciò che è stato capace di realizzare in Germania una settimana fa…
Adesso sarà vacanza anche per la Formula 1, che tornerà tra tre settimane ad Istanbul per l’atteso prosieguo della sfida Renault/Ferrari. Ma con un sorriso in più, per aver visto il dolce trionfo di un ragazzo inglese che non ha mai perso la speranza di farcela. Auguri Jenson!
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