Ancora una volta si è respirata un'aria romantica, in questa Formula 1 prevedibile e troppo spesso noiosa: così come a Budapest, tre settimane fa, c'è stata la prima volta di Jenson Button, oggi, ad Istanbul, un altro pilota è entrato nell'Olimpo dei vincenti, di coloro che almeno una volta sono saliti sul gradino più alto del podio ed hanno guardato il mondo da lassù, chi sorridente, chi in lacrime, chi confuso, chi incredulo.
Oggi è toccato ad un giovane brasiliano che raccoglie un'importante e dolcemente pesante eredità: l'eredità di gente come Fittipaldi, Piquet, Senna (per citare i più noti).
Si, perchè in Turchia Felipe Massa ha sovrapposto un capolavoro alle bozze che aveva disegnato con la Ferrari durante l'inizio della stagione; pole, vittoria ed un dominio quasi totale, alla Michael Schumacher.
E' stata una gara in agrodolce per le rosse: se da un lato si è colta la vittoria sul campo, dall'altro non si è arrivati ai risultati tanto attesi e sperati (un ulteriore passo verso Alonso in classifica).
Sedici punti per Maranello, undici per la Renault: il risultato è una differenza (in favore dei francesi) di soli due punti. Un recupero impressionante, che può far concretamente pensare alla possibilità di mettere le mani sul titolo costruttori senza abnormi difficoltà. Certo, non sono pochi quelli che considerano poco importante questo titolo, ma se esiste (e se, in fondo, è ambito) un motivo ci sarà, anzi, c'è.
Lo stesso discorso non vale, piuttosto, dal punto di vista del campionato piloti: con la sua seconda piazza, Alonso ha arrestato la rimonta di Schumacher e si è allontanato di due punti, portandosi a più dodici dal tedesco. Una differenza non grande, a quattro gare dal termine, ma che Michael Schumacher dovrà eliminare senza più indugi nè errori se vorrà vincere il suo ottavo titolo e ritirarsi da campionissimo.
In realtà è stato solamente uno l'episodio determinante del gran premio: poco dopo il dodicesimo giro Liuzzi si è girato in curva e non è riuscito a far ripartire la sua Toro Rosso, restando fermo in mezzo alla pista in una posizione molto pericolosa. Quest'imprevisto ha provocato l'entrata in scena della safety car, che ha annullato il vantaggio delle Ferrari sulle Renault. Se non si fosse verificato questo incidente di percorso, il più probabile risultato sarebbe stato una doppietta rossa. Non appena la Mercedes di sicurezza è uscita dalla pit lane, gran parte dei piloti si è letteralmente riversata ai box per rifornire: le Ferrari sono entrate, per limitare al massimo i danni, una dietro l'altra. Il primo a rifornire è stato, giustamente, Massa, mentre Schumacher ha atteso dietro il brasiliano per poi fare il proprio pit stop. questa situazione ha favorito Fernando Alonso (rientrato anche lui in quel frangente), che ha così sopravanzato ai box Michael. Da lì in poi, le prestazioni del tedesco non sono state quasi più le stesse di prima: tempi leggermente più alti e un'escursione fuori pista gli hanno fatto perdere l'opportunità di riacciuffare Alonso e la speranza di rosicchiargli due fondamentali punti iridati.
Le corse sono fatte così: spesso bisogna trovarsi al posto giusto nel momento ideale, e mai nella circostanza contraria.
Gli ultimi quindici giri, comunque, hanno offerto lo spettacolo di un duello ravvicinato, serrato, tra i due sfidanti per il titolo; Schumacher è stato vicino, in più di un'occasione, al sorpasso nei confronti di Alonso, ma, si sa, il tracciato di Istanbul non ha una natura velocissima e offre pochi punti per sopravanzare un avversario.
Al traguardo i due contendenti sono arrivati praticamente affiancati, e lo spagnolo "ha vinto" per un soffio.
I giochi sono ancora certamente aperti, ma il ricordo più dolce di questa gara, naturalmente, non può che essere legato a quel giovane ragazzo brasiliano che è andato al di lì di ogni sfida iridata: ha corso con forza, coraggio e concentrazione. Non ha perso il controllo nemmeno per pochi istanti, ha battuto sul campo sia l'attuale campione del mondo che il proprio compagno di squadra, riportando la sua terra e i tifosi sudamericani sul gradino più alto di un podio di Formula 1.
Finalmente, dopo tanto tempo, la Ferrari ha per certi aspetti posto rimedio ai tanto discussi eventi di Zeltweg 2002 (chi non ricorda, consulti la storia), mettendo da parte ipocrisie, gerarchie e ordini di squadra, per lasciare spazio solo al migliore. E il migliore, oggi, sei stato tu, Felipe.