10/09/2006 Tempo di lettura: 5 minuti

Due fulmini in un tripudio di colori. E' con queste parole che possiamo disegnare nel bel mezzo di tanti pensieri la vittoria di questo pilota straordinario e l'annuncio della fine della sua carriera dentro l'abitacolo. Al di lì di ogni considerazione sulla semplice cronaca di questo indimenticabile weekend a Monza, c'è il cuore di un intero popolo, quello ferrarista, che ha atteso, percepito, sofferto, gioito. Lasciamo da parte qualsiasi polemica relativa alla retrocessione di Fernando Alonso, o ai commenti a dir poco provocatori rilasciati a fine corsa da un Flavio Briatore certamente amareggiato per la disfatta odierna del suo team: l'unica realtà, l'unica dimensione che adesso cattura tutto il mondo del Circus, volente o nolente, è quest'annuncio così difficile che la Ferrari ha diffuso immediatamente dopo la fine della competizione.

Dopo un giro d'onore che resterà nella storia, in quanto quello dell'ultima vittoria di sempre per Schumacher davanti all'ineguagliabile pubblico di casa, in parco chiuso si è vista un'immagine assolutamente emblematica: Michael affiancato da Kimi Raikkonen, adesso ufficialmente suo "erede" dall'anno prossimo. Due uomini, due piloti, due protagonisti di questo mondo, scesi con gli stessi movimenti ed in perfetta sincronia ognuno dalla propria monoposto. Uno di loro è già storia, l'altro dovrà scriverla con addosso una "pesante" eredità che non potrà mai ignorare: alzi la mano chi non si è mai chiesto, in tutti questi anni, chi avrebbe raccolto il testimone di un mostro sacro come Schumacher. Kimi ha quasi la stessa identica età che aveva Michael quando nel 1995 entrò nell'orbita Ferrari; e sarà accompagnato da un giovane pilota che sta maturando parecchio, ovvero Felipe Massa. Ancora una volta un nordeuropeo ed un brasiliano, uniti nella storia per coprire nuovamente di gloria un Cavallino Rampante che non èe non potrà mai essere sazio di vittorie. Si aprono scenari nuovi, in cui le coppie Alonso/McLaren e Raikkonen/Ferrari saranno le principali sfidanti del campionato 2007 e di quelli successivi. Ma adesso bisogna nuovamente abbassare lo sguardo verso le orme del presente, abbandonare per qualche tempo gli imprevedibilmente eccitanti orizzonti del futuro per concentrarsi su ciò che sta avvenendo in questi momenti, su questo passaggio di consegne che fa provare a molti strane emozioni, inspiegabili moti della mente e dell'anima. Si, perchè chi assiste a questi piccoli grandi eventi è testimone e portatore sano di una storia che non va dimenticata. Una storia che non è fatta solamente di contratti, firme, stipendi dalle cifre esorbitanti e sponsor stellari, ma anche di gioie miste ad invincibili nostalgie, di sorrisi misti a qualche lacrima che, dispettosa, si fa strada nella corazza che quotidianamente innalziamo contro il male, contro ciò che ci abbatte; le immagini che tutti noi abbiamo visto questa domenica difficilmente potranno essere lasciate nel buio e nel silenzio dei ricordi dimenticati, perchè nel momento in cui quella macchina rossa carica di storia ha tagliato il suo ultimo traguardo vincente a Monza, tutti i volti del team Ferrari hanno ceduto all'emozione, dai meccanici al Presidente Montezemolo, commosso forse più di tutti, perchè anche lui testimone, insieme a quella leggenda chiamata Michael Schumacher, del tempo che passa e dell'unica forza in grado di contrastarlo: la solidià dei legami umani creata nel corso degli anni, istante dopo istante, evento dopo evento, emozione dopo emozione, vittoria dopo vittoria. E' così che una squadra, un gruppo unito, un insieme di cuori e di respiri, può battere le inesorabili lancette di un comune orologio. Dallo sport alla vita, da una gara automobilistica ai valori che devono accompagnare l'uomo, da pochi uomini a tutti i popoli, imparando dal passato, affrontando con forza il presente e sognando per la costruzione di un dolce futuro.