La Formula 1 sta cambiando: inizio di un viaggio tra passato prossimo e futuro (quasi) immediato

21/09/2006 Tempo di lettura: 4 minuti
L’evoluzione è qualcosa che accompagna, per forza di cose, ogni storia. Evoluzione, nella più comune delle interpretazioni, è sinonimo di una serie di cambiamenti, di modifiche (a volte radicali) in grado di dare un nuovo volto, una diversa fisionomia.
In Formula 1 l’evoluzione è un grande mare le cui piccole onde variano direzione e intensità con facilità e abbastanza rapidamente; però, in fin dei conti, si tratta di un mondo che cambia lentamente la propria essenza.
Tra le cose che si imparano seguendo questa categoria automobilistica c’è l’idea che non si possono fare troppi confronti con il passato. Anzi, a volte non se ne può fare neanche mezzo.
Il 2007 sarà, probabilmente, un anno di prova. Sarà, per certi aspetti, un anno di “confusione”, di adattamento, di transizione. Si, perché la prima cosa certa che sappiamo è che si correrà solo con le Bridgestone (v. new del 15 dicembre 2005): da qui ad ottobre la Michelin, infatti, correrà le sue ultime gare, almeno per adesso.
Come avevamo già detto giorni fa in occasione del gran premio corso a Monza, è plausibile che lo scontro rovente, per l’anno prossimo (e non solo), sarà tra un Fernando Alonso a bordo della McLaren e un Kimi Raikkonen a bordo della Ferrari. Lo spagnolo e il finnico rappresentano, oggi come oggi, gli eredi di Michael Schumacher. Ma questa definizione può essere oggetto di sbagliate interpretazioni: non si può neanche parlare di eredità, se si discute del pluriridato Michael!
Questo non vuole sminuire le indiscusse e numerose qualità dei due candidati futuri duellanti della Formula 1, ma semplicemente distinguere le mele dalle pere, per usare un’espressione banalmente ovvia. Sarebbe un errore pensare a Kimi come a colui che dovrà sostituire in tutto e per tutto Schumacher: Raikkonen è, attualmente, la futura guida di Maranello. “Solo” questo. Perché? Per il motivo già scritto inizialmente: non si possono (e forse non si devono) fare troppi inutili paragoni.
Di certo la Ferrari sembra decisamente favorita per il 2007: oltre al discorso (essenziale, vista l’importanza che hanno assunto le gomme) delle Bridgestone uniche coperture per tutti, va detto che a Maranello stanno attraversando un momento “ok” e non “ko”, come invece accadde nella sventurata scorsa stagione.
Adesso la Ferrari c’è, è di nuovo viva e vincente, mentre la McLaren è in un momento molto delicato: c’è la Mercedes, che non vuole più fare brutte figure e riprendersi quei titoli che le mancano da qualche anno. E si è parlato sempre più insistentemente di un’acquisizione del team inglese da parte della casa tedesca, dal momento che i grandi costruttori stanno diventando i veri protagonisti della Formula 1. Si tratta comunque di un’arma a doppio taglio: è una di quelle evoluzioni di cui parlavamo sopra, e si tratta di un cambiamento troppo importante per essere preso sottogamba.
I team nascono per le corse, i costruttori nascono per il mercato. Far coincidere queste realtà, a volte, è una vera missione impossibile.
Avere budget elevati non serve a migliorare la situazione, e un esempio perfetto né è la Toyota: finanziamenti stellari, personale a non finire, ma risultati non all’altezza. Una grande variabile del 2007, piuttosto, è rappresentata da Fernando Alonso…

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