Meteo e gomme. Sono soprattutto questi, ancora una volta, i fattori determinanti in gioco. Le Bridgestone hanno fatto volare non solo la Ferrari, ma anche la Toyota, padrona a sorpresa della seconda fila.
Come sempre un'osservazione speciale va fatta per Michael Schumacher: ci mancherà. Si, d'accordo, non ne potete più di sentirlo e leggerlo in tanti posti, ma è così. Mancherà sia a chi tifa che a chi non tifa per le rosse: stamattina, nelle sue penultime qualifiche in carriera, alla vigilia del suo 249esimo gran premio, ha guidato come sempre, come quando aveva poco più di vent'anni. Una sfilza di intermedi "fastest" (cioè migliori in assoluto rispetto a quelli fatti segnare dagli altri piloti) e tempi continuamente abbassati. E' una caratteristica costante del tedesco, che raramente si manifesta con tale puntualità nei cronometrici dei suoi colleghi.
Forse è decisamente meglio lasciarla così, questa Formula 1. Al vertice, con onore, con quello sguardo che esprime la dolcezza e la grinta figlie della vittoria.
La pole position, però, non è andata (paradossalmente) a Michael. Felipe Massa gli ha strappato la cosiddetta partenza al palo, ma nel corso degli ultimi secondi. Difficile capire se a Schumacher abbia dato fastidio quest'ingenua e comunque innocua "intrusione" del suo compagno di squadra, anche se in conferenza stampa il tedesco ha sottolineato che non corrono l'uno contro l'altro, bensì lavorano insieme. Parole di circostanza? Forse.
Le difficoltò della Michelin a Suzuka sono state evidenti: le due Renault di Alonso e Fisichella occupano infatti la terza fila, dietro le Toyota e le Ferrari. Fernando e Giancarlo sono riusciti a diminuire il gap dai due ferraristi, senza però essere in grado di scalfire seriamente le loro prestazioni stellari. Alonso è a quasi otto decimi da Schumacher, Fisichella ad un secondo esatto, e nel corso delle prime due frazioni di qualifica la situazione era ancora più complicata, con distacchi che andavano in media oltre il secondo e qualche decimo.
Le gomme, dunque, ci sono (ci riferiamo alle Bridgestone); l'unico punto interrogativo, piuttosto, è il cielo. Verso la fine della sessione odierna c'era una vera e propria "spaccatura" lì in alto: da un lato un azzurro più che confortante, dall'altro un cupo accumularsi di nuvole poco propense alla siccità. E' probabile, ad ogni modo, che domani non piova. Il flop delle Michelin, comunque, lo si è visto anche grazie alle McLaren, che addirittura non hanno superato neanche la seconda parte delle prove ufficiali, finendo undicesima e tredicesima (rispettivamente Raikkonen e de la Rosa).
Il merito, comunque, non è tutto delle gomme: per lo mezzo ci sono anche mancanze che appartengono alle monoposto. In alcuni casi anche ai piloti. Suzuka è un tracciato dalla forma a otto, cioè una pista che incrocia se stessa in un punto. E' anche uno di quei circuiti che comprendono un po' di tutto: rettilinei, curvoni veloci, chicane. La differenza la si può fare, anche in gara, nel primo intermedio, dove serve un'ottima trazione, e anche in questo la Ferrari non ha sbagliato niente. L'unica risposta significativa si avrà domani guardando verso l'alto: è quasi esclusivamente da questo che dipenderà il risultato della penultima corsa di questa stagione.
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