Ad Interlagos Michael Schumacher correrà la sua ultima gara in carriera, per essere precisi la 250esima. In Brasile si disputerà un gran premio abbastanza incerto, per via dell’imprevedibilità insita nel tracciato, nel luogo, nella stessa storia di questo appuntamento. Ma il punto, adesso, non è questo: si tratta, bensì, della risonanza che ha avuto la stupenda ed elegante reazione di Michael a quella che con molte probabilità è stata la sua sconfitta in chiave iridata. La stampa spagnola, su diverse testate, ha addirittura esaltato il tedesco, definendolo un grandissimo driver, soprattutto nel momento più difficile. Ciò che gli avversari della Ferrari (e non solo loro) hanno apprezzato di più è stata la sincera dichiarazione in cui Michael ha ammesso di non avere più chance per il titolo, nonostante la matematica gli riservi una piccolissima probabilità di riuscita in quest’impresa, dai più definita disperata. A Suzuka Schumi non ha usato frasi suggeritegli o parole di circostanza: in terra giapponese Michael è stato ancora più umano di quanto non si potesse pensare. Ed è bello, anzi, melodioso, non assistere ad inutili, sterili, stupide polemiche, alle quali la Formula 1 moderna ci ha disgraziatamente abituato. Permettiamoci di mettere (con enorme fatica) da parte i meriti sportivi, tantissimi, di questo straordinario pilota, perché è in modo semplicemente umano il caso di dirgli, ancora una volta, “Grazie Michael”…
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