E' doloroso rivolgere nuovamente il pensiero a ciò che è accaduto a Melbourne: La morte del commissario ha destato sospetti, confusione e panico.
Si ritorna al problema sicurezza, che sconvolge da sempre l'automobilismo ed in particolare questa categoria, la Formula 1.
L'Australian Grand Prix Corporation afferma che teoricamente la colpa della tragedia andrebbe imputata ad una debacle della vettura di Villeneuve, in quanto i doppi cavetti di sicurezza delle ruote di quest'ultima non hanno retto alla trazione come avrebbero dovuto. Mentre (evidentemente per una dinamica di incidente diversa) durante le prove libere del Gran Premio d'Australia il volo altrettanto terribile e temibile (per pilota, personale a bordo pista e forse pubblico) di Michael Schumacher aveva dimostrato il contrario, e cioè che questi sistemi di bloccaggio delle ruote erano realmente efficaci.
Tornando al discorso di prima, tale autorità locale sostiene anche che le protezioni, destinate a dividere pubblico e commissari da eventuali pericolosi avvenimenti in pista, sono esattamente adeguate al loro scopo, ovvero perfettamente funzionanti e non in difetto, come si era stabilito.
E' assurdo continuare a litigare sulla morte di gente che perde la vita per pura passione e nient'altro: è assurdo che la Federazione permetta che accadano ancora tali catastrofi visto il livello tecnologico ed organizzativo oggi raggiunto, che è altissimo rispetto a quello di decenni addietro.
E' ora che tale sport, sebbene il margine di rischio continui comunque a non estinguersi, assicuri il più possibile sicurezza e purezza ai piloti, ai tecnici, ai commissari, al personale vario, al pubblico ed ai tifosi che ne fanno parte.
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