15/12/2006 Tempo di lettura: 1 minuti
Se n’è andato. Il mondo dell’auto ha perso un protagonista, noi tutti abbiamo perso un esempio vivente di forza e “invincibilità”. Ogni persona che conoscesse la storia dell’automobilismo sportivo lo identificava come “Clay”. Clay Regazzoni. E’ stato un incidente d’auto a portarlo via, uno scontro fatale contro un mezzo pesante in autostrada. Aveva scritto pagine importanti nel libro delle avventure della Ferrari e della Williams, dopo il suo esordio, poco più che trentenne, nella categoria regina, la Formula Uno. Dopo aver sfiorato un titolo Piloti, corso numerose gare e gareggiato al fianco di Lauda, nel 1980 perse l’uso delle gambe a causa di un incidente durante il weekend di gara di Long Beach; da allora ha lottato contro il destino vincendo valorosamente tantissime battaglie, raggiungendo un nuovo equilibrio in una vita resa difficile da un atroce dispetto della sorte. Ha lottato per se stesso, ma lo ha fatto soprattutto per gli altri, per chi come lui ha perso una parte di sé e ne ha ritrovata un’altra. Un uomo che non si è arreso. Un uomo che ci mancherà davvero. Ciao Clay.