Terruzzi: «E adesso per il buon Lando il gioco si fa davvero duro»
07/11/2023 19:00:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Lando Norris in Brasile ha conquistato l'ottavo secondo posto della sua carriera. Un traguardo importante, certo, ma che allo stesso tempo ha suscitato tra gli appassionati e tra addetti ai lavori una riflessione profonda. Una riflessione che si traduce nella seguente domanda: può il britannico rischiare di bruciarsi figurando costantemente tra i primi degli sconfitti? Ne ha parlato Giorgio Terruzzi nella sua consueta analisi per Autosprint, titolando il pezzo "E adesso per il buon Lando il gioco si fa duro".

Terruzzi: "Norris in un limbo dove la vittoria è sempre irreperibile"

Terruzzi: «E adesso per il buon Lando il gioco si fa davvero duro»

"Nonostante una qualità evidente e riconosciuta da tecnici e colleghi [...] Norris a vincere non ce la fa, pur arrivando vicino alla sua prima vittoria ogni due per tre. Veloce è veloce, sa tenere alto il ritmo, come ha fatto domenica scorsa a San Paolo, sa insistere anche quando appare evidente che farcela non può. Contro questo Verstappen soprattutto. Il quale può permettersi di giocare e di far giocare chi lo insegue, concedendo briciole di gloria, giri veloci, premi piccoli di consolazione", scrive Terruzzi riavvolgendo il nastro di quanto si è visto in Brasile.

Secondo il giornalista, gli elogi per Norris sono sacrosanti ma comunque "condizionati da un panorama francamente stantio. Non a caso Norris o chi per lui, alterna prestazioni brillantissime ad altre meno smaltate [...] Non è facile correre così. E su questo tema capita di accostare un acuto ad un errore. Prendi una partenza misera, quella di Lando nella Sprint brasiliana, prendi una difesa mancata della posizione, in termini di aggressività, perché, alla fine della fiera, non ne vale la pena. Max passerà, non c’è verso. Una curva, una retta più tardi. Perché rischiare? Meglio pensare ad un realistico piazzamento, a difendersi da altri, in gioco nella stessa condizione, attori non protagonisti in alternanza, relegati in quella condizione lì, da premi minori".

Poi Terruzzi continua ad analizzare la situazione di Norris sottolineando che il giovane britannico è attualmente "in un limbo. Dove la vittoria è sempre irreperibile, con tutta una serie di verifiche conseguenti e mancanti. Già, perché un conto e fare grandi cose “a perdere”, cioè senza l’opportunità e la responsabilità di lottare per un titolo; un altro e gestire la pressione di chi fa corsa di testa e deve difendere un primato, governare mentalmente una pressione che Norris ancora non conosce. È un po’ questo il punto e, aggiungiamo, senza alcuna colpa da parte di questo ragazzo di talento certo. Semplicemente lui, così come altri piloti dal pedigree illustre, non può confrontarsi con qualcosa di più rilevante, di più pesante, di più complesso e ambito".

Il giornalista arriva dunque al punto palesando l'idea che "la permanenza in una condizione così amara qualcosa produce sempre". "Cosa?", si chiede. "Vedremo", si risponde, prima di concludere la sua analisi aggiungendo: "Ammesso e non concesso che Norris abbia l’opportunità di mostrare davvero quando vale quando il gioco si fa duro. E diventa molto diverso da quello che, pur costretto, pratica ora".

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