15/06/2007 Tempo di lettura: 5 minuti
Indianapolis. A una sola settimana dagli eventi del Canada si torna a correre, sempre in America, stavolta per il Gran Premio degli Stati Uniti. Da quando gli USA sono tornati nel calendario del Circus qualche anno fa (settembre 2000 per essere precisi) la Ferrari ha letteralmente stra-dominato ogni anno, eccezion fatta per qualche neo (edizione 2001). Michael Schumacher, dal 2003 fino allo scorso anno, ha vinto consecutivamente ogni edizione. In chiave 2007 Indy è un gran premio decisivo per diversi motivi: servirà a capire se la superiorità McLaren è reale e pericolosa per gli avversari, e ci aiuterà a comprendere se la Ferrari se la batte ancora ad armi pari con le Frecce d’Argento. Nel team di Ron Dennis c’è un po’ di tensione, soprattutto dopo la prima splendida vittoria di Lewis Hamilton a Montreal: Fernando Alonso ha palesemente mostrato una certa (in)sofferenza ed un inedito (da parte sua) nervosismo in pista, con una marea di errori sparsi nel gran premio di qualche giorno fa, mentre il suo compagno andava a vincere senza mezza sbavatura. Da qui possono delinearsi diversi orizzonti: la rinascita Ferrari, la conferma dello strabiliante Hamilton o la “vendetta” di Alonso. A Indy intanto fa caldo, le temperature sono alte e soffrono un po’ tutti, sia mezzi meccanici che piloti. Corrono voci che considerano questo appuntamento come l’ultimo, almeno per ora, in terra statunitense. Il pubblico ancora risente di quello stranissimo e assurdo gran premio che si è corso due anni fa, quando tutti i team gommati Michelin rientrarono ai box dopo il giro di ricognizione per evidenti carenze strutturali delle coperture francesi. Partirono, in una griglia fantasma, solo sei vetture, tre team: Ferrari, Jordan e Minardi, ovvero i gommati Bridgestone, che di problemi non ne avevano affatto. Vinse Michael Schumacher, che fece doppietta insieme a Rubens Barrichello, unico trionfo Ferrari della stagione 2005, annata molto amara per il team in rosso, che veniva da un 2004 (e da una serie infinita di stagioni) di dominio semplicemente totale.
Le libere di oggi, tornando al presente, ci hanno fatto vedere delle McLaren molto veloci e delle Ferrari che inseguono molto da vicino. Sia nella prima che nella seconda sessione il crono più rapido è stato di Fernando Alonso, che nella prima ora e mezza ha avuto vita più facile. Nella seconda è riuscito a strappare verso la fine delle prove il tempo più rapido a Felipe Massa, a lungo in prima posizione. Un dato strabiliante riguarda proprio i tempi: nonostante il regime di mono-gomma si è ampiamente scesi sotto i cronometrici delle prove libere dello scorso anno! Le BMW sono state molto veloci, in pratica dirette inseguitrici dei due team di punta. Robert Kubica, nonostante fosse fisicamente ok per prendere parte al fine settimana di gara, non ha comunque ricevuto il permesso di tornare a correre dopo il bruttissimo incidente subìto in gara a Montreal. Meno di ventiquattr’ore prima dell’inizio delle prove libere, dunque, Sebastian Vettel, giovane talento tedesco nemmeno ventenne, ha ricevuto la fatidica quanto inattesa notizia di dover affiancare Nick Heidfeld in questo weekend. E Sebastian non ha deluso le aspettative, collezionando un ottimo quarto posto nella prima sessione e un discreto undicesimo tempo nella seconda. In McLaren Lewis Hamilton ha fatto un buon lavoro, dimostrandosi veloce nel corso di tutte le prove, nonostante una piccola divagazione su un cordolo che è costata un po’ di lavoro ai box per sistemare il fondo piatto. Cose perdonabilissime, considerate le prestazioni e il rendimento dell’inglese. Le Ferrari hanno ottenuto nella prima sessione un quinto ed un settimo tempo, trasformati poi in terzo e quarto nella seconda, subito dietro alle McLaren. Negli ultimi minuti di prove Kimi Raikkonen ha effettuato delle notevoli variazioni nella messa a punto della vettura, “esperimenti” in vista delle qualifiche e della gara. Domani, sabato, le prove ufficiali inizieranno alle 19 (ora italiana).

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