Terza vittoria stagionale per Kimi Raikkonen, “fiore sbocciato” in una Ferrari che lo ha atteso gara dopo gara, per vederlo finalmente tornare al trionfo. In casa di Lewis Hamilton e della sua squadra, la McLaren, il finnico ha conquistato il gradino più alto del podio a modo suo, con freddezza, con un’aggressività che può solo far intravedere un futuro più sereno e positivo, con la consapevolezza di chi sa di essere ancora una volta nella giornata giusta. Dopo Magny Cours si ripete un altro capolavoro Ferrari, in altre parole.
Sì, perché quest’edizione di Silverstone è stata vinta grazie a tutta la squadra, che su questa stessa pista aveva migliorato con la forza questa F2007 uscita massacrata dal confronto con la McLaren in Nord America. Tattiche azzeccate, box super-efficienti (come al solito) e due piloti che hanno dimostrato tante cose riassumibili in una sola e semplice parola: maturità. Felipe Massa ha chiuso quinto, ma questo risultato vale in pratica una vittoria, pari a quella di Raikkonen: durante la procedura di partenza il brasiliano ha “perso” il motore, che si è ammutolito di colpo, mettendo un po’ in crisi i piani Ferrari, che volevano sicuramente non una ma due vetture davanti a tutti. Con tempi di reazione infinitesimali la monoposto di Massa è stata portata in corsia box, riavviata e poi fatta partire da lì, in coda al gruppo.
A Felipe questa sorte non è piaciuta, come non sarebbe andata a genio a nessun altro pilota. Ed è così che è nata una delle rimonte più belle degli ultimi tempi. Mentre i primi tre, Hamilton, Raikkonen ed Alonso, volavano là davanti, nelle retrovie la Ferrari numero 5 ha reso palese la notevole superiorità “massacrando” ogni rivale, con sorpassi continui e una corsa meravigliosamente pazzesca.
Dopo diverso tempo oggi si è assistito ad una gara di una certa qualità, dove la prima curva non ha avuto molto peso nel dare il verdetto finale della classifica: Lewis Hamilton è semplicemente riuscito a partire più veloce di Raikkonen, tenendoselo alle spalle. Kimi, però, era più veloce: merito anche della vettura, competitiva ai livelli di una settimana fa in Francia. Primo stop, fermata di Hamilton: sembra andare tutto bene ma i nervi tradiscono per la prima volta in modo chiarissimo la freddezza di Lewis. Uno scatto in avanti prima che fosse dato l’ok per ripartire, il bocchettone ancora inserito nel fianco della vettura per il rifornimento, un breve ma pesante momento di panico e di esitazione, costato in fin dei conti poco al pilota e alla squadra. Poi lo stop di Raikkonen, che ha sopravanzato Hamilton proprio con la prima sosta, e quello di Alonso, che fino a quel momento sembrava il meno sveglio dei primi tre. Fernando perde una manciata di secondi in meno rispetto al compagno ed al ferrarista, ed ecco la svolta che può decidere la gara: il due volte campione del mondo è davanti a tutti e due, avvantaggiato dal corpo a corpo ravvicinato di Hamilton e Raikkonen nel corso del primo stint. Nel secondo, infatti, Kimi è dietro e Alonso, davanti, guadagna decimi al giro, mentre Lewis Hamilton (in quel momento terzo) inizia la parabola discendente della corsa di casa, perdendo in media quasi un secondo al giro dal duo di testa. A questo punto la svolta, quasi magica, di una gara che per la Ferrari, persa nel sandwich delle McLaren, poteva evolversi in un risultato un po’ amaro: Alonso si ferma qualche giro prima di Raikkonen, con circa cinque secondi di vantaggio. La vittoria andrà a uno dei due senza troppi dubbi. Fernando riparte, è dietro Raikkonen (che ancora deve fare il secondo e ultimo stop), a ventitrè secondi dal finnico, un margine che con la sosta del rivale può ancora riportarlo in testa. Invece non va così.
Più o meno come accaduto in Francia, Raikkonen si ferma un po’ di giri dopo il rivale del momento (che in quel caso era proprio il suo compagno di team) e nel frattempo inanella giri velocissimi, dove va in media un secondo al giro più forte di Alonso. Decimi su decimi guadagnati ad ogni singolo intermedio, fino ad arrivare a quasi trenta secondi di vantaggio sullo spagnolo, un margine ormai buono per pensare di mettere in cassaforte il primo posto. La sosta, senza sbavature, perfetta e armoniosa, precede il rientro in pista di Raikkonen. Primo, con qualche secondo di vantaggio su un Fernando Alonso nuovamente battuto, ma stavolta da quello che prima di inizio stagione doveva essere il rivale numero uno dichiarato. Gli ultimi sedici giri del Gran Premio di Gran Bretagna sono una cavalcata trionfale per Raikkonen e per la Ferrari, di nuovo al vertice per confermare che Magny Cours non era una goccia d’acqua nel deserto. Lewis Hamilton conclude terzo, ancora una volta a podio, e incamera punti comunque preziosissimi per la rincorsa al titolo. Non dimentichiamoci che mancano otto gare, né troppe, né poche. Kimi è ancora lontano solo da una cosa: l’esultanza latina cui ci aveva abituati lo stesso Michael Schumacher. Pazienza, l’Italia ferrarista inizia ad amare quest’uomo di ghiaccio che sta finalmente vincendo senza patemi d’animo. Un giorno, chissà, gli ultimi pezzi d’iceberg potranno andare in frantumi e mostrarci che anche Kimi sa festeggiare a sangue caldo.
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