Lewis Hamilton domina all’Hungaroring e a sei gare dal termine si conferma l’uomo da battere. Fernando Alonso, invece, ha pagato caro lo sgarbo fatto ieri in qualifica al compagno di squadra, sgarbo che è costato sia a lui che al team! Il campione del mondo è stato infatti retrocesso di cinque posizioni, dalla pole alla sesta piazza, in griglia di partenza; la scuderia motorizzata Mercedes ha invece perso il diritto ai punti in chiave Costruttori (per questa sola gara) e alla rappresentazione del team sul podio nel corso della cerimonia di premiazione. Presa di posizione decisa e consistente, dunque, da parte della Federazione.
L’Hungaroring, si sa, è un tracciato quasi paragonabile a Montecarlo quanto a (im)possibilità di sorpassi. Molte le curve, tante le frenate, fondamentali le gomme ed essenziale un buon bilanciamento generale della monoposto. Kimi Raikkonen aveva le carte giuste per puntare ad una vittoria: partito dalla terza piazza (e non dalla quarta) per via della retrocessione di Alonso, ha corso una gara molto bella, certamente una delle migliori al volante della Rossa. La lotta per il gradino più alto del podio è stato un affare privato tra il finnico ed Hamilton, messo costantemente sotto forte pressione da Kimi nel corso di quasi tutto il gran premio.
Questa era la pista che probabilmente faceva più paura alla Ferrari, “avida” di risultati che, tra errori e coincidenze non favorevoli, tardano a tornare. Sì, avete letto bene, tornare, perché in realtà i risultati che Maranello si aspettava erano già arrivati ad inizio mese con i due straordinari successi di Raikkonen in Francia e in Inghilterra. Le ultime due gare, invece, sono state vinte da una McLaren, dato non incoraggiante, che rende le cose più difficili soprattutto nella classifica Piloti.
Lewis Hamilton infatti comanda più di prima la graduatoria con ben 80 punti, seguito da Alonso (a quota 73), che oggi ha comunque portato a casa un utilissimo quarto posto, a ridosso di Nick Heidfeld, salito sul podio con neanche pochi decimi di vantaggio sullo spagnolo, autore di un forcing non indifferente soprattutto nelle fasi finali. I ferraristi, quanto a punteggio, soffrono: Raikkonen è terzo assoluto con 60 lunghezze (ben venti dalla testa…), seguito ad un punto di distacco dal compagno di squadra, che oggi ha potuto solo limitarsi ad una gara incolore (per colpe non sue, intendiamoci). Partire quattordicesimo in Ungheria (per una svista del team nel Q2) equivale ad una rincorsa a dir poco disperata, tanto che il brasiliano è semplicemente giunto tredicesimo al traguardo.
Lewis Hamilton, dunque, può già guardare con ottimismo alle fasi conclusive della stagione, che comunque è ancora lunga, ma che potrebbe rivelarsi un graduale cammino trionfale verso il titolo. La Ferrari non gode dell’ottima affidabilità che le indistruttibili McLaren hanno dimostrato finora, ed è inutile ripetere quanto sia importante (con questa attribuzione punti) la costanza di rendimento. Tra errori, guasti e quant’altro, alla Ferrari si stanno ritrovando puntualmente, da tre gran premi a questa parte, a lottare con una sola macchina contro due monoposto avversarie. La classifica Costruttori, dopo le decisioni della Fia, è leggermente meno in salita per gli uomini in rosso: il team di Dennis resta fermo a quota 138, mentre la Ferrari sale a 119 punti (che potevano essere un po’ di più, con Massa avanti).
Resta comunque il dubbio di quella vittoria che poteva portare la firma di Kimi Raikkonen: a posteriori sono discorsi del tutto inutili, ma Kimi si è trovato, soprattutto nell’ultimo stint (e complice qualche doppiaggio), a guadagnare quasi un secondo al giro su Hamilton, leader quasi sempre con pochi secondi di vantaggio. Le gomme più morbide montate nel finale da entrambe le vetture di testa hanno favorito nettamente la F2007 nella prima parte dell’ultimo stint di gara. Era lì che Raikkonen poteva sferrare l’attacco decisivo, viste le evidenti difficoltà della McLaren di Hamilton con le Bridgestone. Il momento favorevole è poi passato, anche grazie alla risposta di Lewis nel corso degli ultimi sette, otto giri.
Tra tre settimane si corre a Istanbul, in Turchia, lì dove Felipe Massa ha colto lo scorso anno un’importante vittoria, la prima in carriera. Tra i “fantastici quattro” è quello che ad oggi ha vinto di meno, con i trionfi 2007 in Bahrain e in Spagna, contro le tre vittorie a testa (incredibile situazione di equilibrio) del duo McLaren e del suo compagno di team. Non sarà solo la pista a decretare determinate sentenze: la data del Gran Premio di Turchia è vicina a quella in cui avverrà la riunione (stavolta davanti alla Corte d’Appello Fia) che potrebbe cambiare seriamente la storia di quest’edizione del mondiale. Per ora la pista, in un modo o nell’altro, polemiche o no, ha detto McLaren. A fine mese si spera che in aula, dopo una sentenza finalmente giusta e adeguata alla gravità dell’accaduto, si metta la parola “fine” a questa brutta storia che sta avvelenando il paddock.
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