07/09/2008 Tempo di lettura: 4 minuti
E’ stato energicamente felice Lewis Hamilton, mentre tagliava il traguardo, quando festeggiava sul podio, mentre si dirigeva verso la sala stampa per le interviste post-gara, uno dei rituali della Formula Uno. Kimi Raikkonen è tornato ai box con il casco ancora in testa, visiera alzata a metà, con la calma che ha sia quando si fa strappare qualche breve frase sia quando non ha alcuna voglia di comunicare. L’inglesino della McLaren si invola verso il titolo, mentre la Ferrari subisce quella che, obiettivamente, è un’ennesima beffa…
Tre giri alla fine. La pioggia è già arrivata e sta iniziando a dare un po’ di fastidio visto che nessuno ha il coraggio suicida di entrare e cambiare gomme. Kimi è in testa, Lewis si avvicina pericolosamente, lo affianca alla vecchia chicane Bus Stop ma Raikkonen ha la traiettoria interna, segue la sua strada. Hamilton cerca di insistere, ma è costretto ad andare fuori pista, dove per sua fortuna c’è l’asfalto che gli consente di non perdere terreno, tagliare la chicane e portarsi avanti. Per regolamento, però, non ci si può avvantaggiare di tagli e bisogna restituire la posizione. Qui viene il bello: Lewis, a modo suo, la restituisce facendosi affiancare e poi superare di pochissimo da Raikkonen, dà fondo al pedale del gas, gli si accoda immediatamente dietro e nel giro di un centinaio di metri (o poco più) infila la Ferrari alla Source, il tornante strettissimo subito dopo la griglia di partenza. Una manovra teoricamente corretta, ma nettamente al limite del regolamento, perché Hamilton si è comunque avvantaggiato nel far ripassare Raikkonen dopo la chicane e nel prendergli la scia. Una posizione, di norma, si dovrebbe restituire in modo più netto, senza farne occasione per sorpassare l’avversario pochi istanti dopo…
Fatto sta che l’investigazione dei commissari è partita subito dopo la fine della premiazione sul podio. I fotogrammi degli ultimi giri, corsi dopo questa circostanza, sono da thriller: con l’acqua sempre più insistente i due leader della gara si sono inseguiti sfruttando a turno gli errori dell’altro (difficile tenere le vetture in pista in quelle condizioni di aderenza bassissima), fino a quando Raikkonen non ha perso la F2008 in accelerazione, andandosene di traverso a sbattere sul muretto…
Peccato davvero, per Kimi: dopo una buona partenza si era subito portato a ridosso di Massa, superandolo dopo l’uscita da Eau Rouge e Raidillon (le celebri curve da “fegato”), per poi andare immediatamente all’attacco di Hamilton e farne un solo boccone. Da lì in poi una grande gara, come quelle che Kimi non ci faceva più vedere da tempo. Doveva essere la gara della rimessa in gioco, del ritorno in corsa, della risposta ai tanti dubbi (un po’ legittimi, visto che parliamo di un pilota fuoriclasse). Purtroppo si è trasformata nella corsa dell’addio quasi definitivo al secondo mondiale, a meno che non succeda di tutto nei prossimi appuntamenti. Di certo rimane l’amarezza di una gara (l’ennesima) già vinta e poi portata via da uno scherzo. Stavolta non lo scherzo di una biella ma delle condizioni meteo, che, se si fossero sbizzarrite neanche dieci minuti dopo, non avrebbero mutato il risultato di questa gara e avrebbero invece consentito alla Ferrari e soprattutto a Raikkonen di cogliere un importante successo. Non è andata così: la fortuna aiuta gli audaci, ancora di più se bravi e astuti…

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