19/10/2008 Tempo di lettura: 4 minuti
Niente da fare, per la Ferrari. Lewis Hamilton è sempre più leader del mondiale e padrone di se stesso, in grado di dominare impulsi, nervosismi, emozioni. Un pilota oggi imbattibile, su una monoposto velocissima e competitiva oltre le aspettative. Via le immagini dello scorso anno su questo tracciato, via i dubbi, via il pilota troppo istintivo e poco concreto che si era visto al Fuji. E’ tornato l’Hamilton dei tempi migliori, il grande talento capace di dominare anche le libere, per poi continuare ancora meglio con le qualifiche e la gara.
Stavolta, alla prima curva, non ci sono stati eventi clamorosi: Kimi Raikkonen non è riuscito a ripetere l’ottima partenza di una settimana fa, mentre Lewis è partito un po’ meglio ed ha così chiuso per primo alla prima curva. Da lì in poi la gara era già conclusa e le Ferrari, quasi timidamente, hanno cercato (per pochi giri sparsi nell’arco della gara) di far meglio della McLaren. Il secondo ed il terzo posto ottenuti oggi sono stati comunque importantissimi per due motivi: innanzitutto perchè tengono accesa la dolce speranza di Felipe Massa di ribaltare le sorti in Brasile, tra due settimane. E poi perché la Ferrari, silenziosamente, si è portata a +11 sulla McLaren nella classifica Costruttori. Una bella ipoteca sul titolo che secondo molti conta meno, ma che è e rimane pur sempre un titolo iridato.
“Merito”, anche, di Heikki Kovalainen, che ha avuto una gara difficile a causa del cedimento di una gomma anteriore. Quest’inconveniente, inizialmente risolto con un’entrata (lenta) ai box e un pit stop, si è poi rivelato un problema più grande di quanto si pensasse, con la macchina comunque diventata inguidabile. Il conseguente ritiro del finlandese ha aiutato (non di poco) la Ferrari ad incrementare il vantaggio in classifica, aumentando di quattro lunghezze la superiorità di classifica già esistente sulla McLaren. Al team in rosso basterà relativamente poco per incamerare il secondo titolo consecutivo, l’ottavo in meno di dieci anni.
I numeri e la storia, invece, continuano a rincorrersi, a nascondersi e poi saltare fuori all’improvviso, a giocare e danzare insieme: proprio come lo scorso anno, sono nuovamente sette le lunghezze che separano Lewis Hamilton dal suo diretto rivale in rosso. L’anno scorso era Kimi Raikkonen la speranza mondiale della Ferrari. Quest’anno è Felipe Massa. La differenza, fondamentale per il morale e la carica del leader della classifica, è il modo in cui quest’anno è arrivato ad avere queste sette lunghezze di vantaggio. Nel 2007 aveva gettato proprio nella sabbia di Shanghai dieci dei diciassette punti di vantaggio su Raikkonen, mentre quest’anno ha incrementato di due punti il vantaggio su Massa. Se Hamilton non commetterà errori gli sarà sufficiente una semplice corsa in difesa per avere un mondiale che è sempre più suo. Solo la vittoria di Massa con Lewis al massimo sesto potrebbe ancora dare il titolo al brasiliano. Felipe, comunque, potrà vivere l’indimenticabile esperienza di lottare per il titolo di campione del mondo in casa, all’ultimo appuntamento. E anche questo va messo nel piatto della bilancia.

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