29/03/2009 Tempo di lettura: 5 minuti
Al di là di tutte le polemiche, dei reclami, dell’appello che sarà discusso il 14 aprile, subito dopo Pasqua, per decidere dell’irregolarità o meno dei tre team incriminati, bisogna inchinarsi di fronte a Jenson Button e al team che lo ha portato alla vittoria, la seconda in carriera dopo Hungaroring 2006. Bisogna riflettere e pensare che, se la Brawn Gp sarà considerata con obiettività perfettamente in regola, c’è seriamente qualcosa di speciale e di straordinario nel progetto della vettura messa in pista. Si volevano rimescolare le carte? Ebbene ci sono riusciti, per il momento. Ed ecco che dalla nebbia spunta di nuovo quest’inglesino non più giovanissimo, sulla soglia dei trent’anni, che nel 2000 esordì sulla Williams con venti primavere alle spalle e sembrava una sicura star del futuro. Poi la disillusione, la lenta discesa verso il limbo di chi forse non sarà mai campione, ma nella migliore delle ipotesi occasionale comprimario, comparsa fosforescente nel mondo dei grandi. Fino all’avventura (o meglio, disavventura) con la Honda, che è stato probabilmente il momento più basso sia per Jenson che per Rubens.
Adesso qualcosa di fosforescente c’è ancora, ma sono i colori della Brawn e soprattutto dei caschi dei suoi due alfieri, l’uno costante e veloce, l’altro un po’ appannato e anche decisamente fortunato. Già, perché tutti quei contatti in cui Barrichello si è trovato protagonista ricordano un po’ il Coulthard dell’anno scorso, ormai prossimo al ritiro, a uno spegnimento che poi si rende necessario. Invece, poi, dopo che San Paolo 2008 sembrava definitivamente la sua ultima gara di Formula Uno in carriera, con l’ombra di Bruno Senna alle spalle e senza nessuna certezza, si è ritrovato (grazie alla sua eccezionale esperienza) a pilotare una bomba a sorpresa. E che dire del regalo della sorte, a tre giri dalla fine? Sebastian Vettel e Robert Kubica hanno gettato alle ortiche e a un passo dalla fine due gran premi rispettivamente stupendi. L’uno impegnato a spingere alle calcagna dell’imprendibile Button una Red Bull in gran forma, l’altro costretto dal peso a fare a meno del Kers e a farsi valere nell’arco di tutta una gara. Poi, inutilmente, entrambi hanno peccato di presunzione e si sono eliminati a vicenda per un sorpasso (da parte di Robert) che poteva avvenire senza danni in qualche altro istante. Ed è così che è maturata questa storica doppietta all’esordio, con un Ross Brawn frastornato più che emozionato, forse ancora incapace di rendersi conto del risultato ottenuto in così poco tempo.
Disastro in casa Ferrari: ancora una volta l’inizio di campionato, in Australia, si rivela un momento un po’ difficile. Il Kers sembra aver funzionato a dovere e lo si è potuto osservare in partenza, quando le F60 sembravano avere letteralmente una marcia in più da usare rispetto ai rivali. Poi, dopo meno di dieci giri, il decadimento totale delle gomme morbide ha costretto i ferraristi ad un cambio obbligato. Speranze, intenzioni di portare a casa almeno qualche punto (Dio sa quant’è importante farne anche uno solo, visto come sono finiti soprattutto gli ultimi due mondiali…), progetti semplici ma falliti in poco tempo con l’errore di Raikkonen, andato a sbattere di traverso e fortunatamente (anche se inutilmente) in grado di continuare per un po’ la sua gara. Occasione sprecata anche da Massa, sebbene non per sua volontà: un’entrata anticipata ai box e un probabile problema allo sterzo hanno mandato in fumo un potenziale podio, vista la successiva uscita dalla gara di Vettel e Kubica. La bravura dei debuttanti, però, non è stata limitata alla Brawn: complimenti a Sebastien Buemi, unico esordiente tra i piloti, che ha portato a casa un ottavo posto intelligente e ben conquistato. Fa piacere pensare che questo giovanissimo possa sin da ora raccogliere il testimone dello stesso Vettel con la Toro Rosso. Venerdì si torna in pista a Sepang, per le prime libere del gran premio della Malesia, secondo atto della stagione 2009, che fino ad allora sarà comunque provvisoria, sub judice nelle classifiche per via della decisione finale che tutti attendono martedì 14 aprile dalla sede di Parigi. Comunque vadano le cose, sarà un campionato tutto da vivere e da scoprire…

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