15/05/2009 Tempo di lettura: 2 minuti
Mosley non retrocede di un passo. E’ questa la sintesi della tanto attesa giornata odierna, in cui in molti speravano in un accordo tra la dura linea della Federazione (o meglio, del suo presidente) e lo spirito (giustamente) ribelle di numerosi team, che non ci stanno ad accettare per giunta un campionato a due velocità. Nonostante tutto, però, l’idea che ci si può fare è un po’ confusa. O forse è chiarissima nella sua mancata definizione: secondo Ecclestone si può arrivare ad un accordo, ciò che bisogna determinare è solamente la cifra del tetto di spese, che comunque i team, alla fine, accetteranno. Perché non è detto che sarà di circa 45 milioni di euro, come detto da Mosley. La cifra potrebbe essere ragionevolmente più alta. A due facce la posizione della Ferrari, che se da un lato si oppone ad oltranza facendo ricorso contro le decisioni della Fia (prima udienza forse a giorni), dall’altro sembra mostrare tramite qualche membro del team segni di ottimismo. L’abbiamo già detto e lo ripetiamo: alla Ferrari e alla Formula Uno non conviene una scissione, ci perderebbero (e non poco) reciprocamente. Anche perché la sponsorizzazione di Banco Santander, con la scia dell’inevitabile quanto atteso arrivo di Fernando Alonso a Maranello, è un progetto legato al 2010 che per certi versi “blinda” la Ferrari in F1. Nonostante lo stesso Mosley abbia detto che questo sport può anche fare a meno della Rossa, il presidente Fia sa che non sarà facile che la Ferrari lasci. Potrebbe quindi essere stata tutta una provocazione? Sì, ma resta fermo il fatto che la reazione avuta da Montezemolo sia qualcosa di assolutamente naturale, perché certe proposte (o meglio, imposizioni) sono uno schiaffo alla storia di questo sport. Attendiamo a giorni gli sviluppi di questa singolare situazione…