L'anno scorso l'idea dell'abolizione dei rifornimenti faceva sorridere i pi. Persino il noto telecronista/pilota Ivan capelli aveva pubblicamente sostenuto questo nuovo ed ennesimo cambiamento...

15/03/2010 Tempo di lettura: 2 minuti
L'anno scorso l'idea dell'abolizione dei rifornimenti faceva sorridere i più. Persino il noto telecronista/pilota Ivan Capelli aveva pubblicamente sostenuto questo nuovo ed ennesimo cambiamento.
Mesi ad attendere il ritorno dello spettacolo, dei sorpassi, delle emozioni a cuore palpitante.
Ci è andata male, purtroppo.
Il nuovo campionato è iniziato, ma i vecchi vizi sono restati.
Già dopo cinque giri la situazione è apparsa tanto triste quanto veritiera. Distacchi importanti tra vettura e vettura, macchine in fila indiana e tasso adrenalinico prossimo allo zero.
Proprio come l'anno prima. Se vogliamo essere cattivi forse anche peggio.
Oggi i piloti sono costretti ad alleggerire il piede (gli strateghi, che sono rimasti, impongono un solo pit-stop), quindi la maggior parte deve risparmiarsi e portare al traguardo la vettura. I tempi forzati e le staccate possono apparire solo sporiadicamente e con il contagocce, rischio rottura o spiattellamento pneumatico.
Così tutto si decide nelle qualifiche e alla partenza, il resto è mero gironzolare. La trovata dei rifornimenti è fallita. 
Prima il motore, poi le appendici e ora questo. La FIA inventa di tutto per far tornare le gare competitive, la F1 moderna le smonta uno ad uno.
La domanda è sempre la stessa: Che fare??
Se guardiamo il bicchiere mezzo pieno bisogna abolire il doppio (o triplo) diffusore e continuare la politica del risparmio.
Se invece il bicchiere è mezzo vuoto, bè, cambiare tutto e prendere esempio dalla Gp2, che negli stessi circuiti della serie principale offre sorpassi e spettacolo.
Per il futuro prossimo la FOTA sta pensando ad un obbligo di due pit-stop se la situazione non muterà nei prossimi appuntamenti, mentre la FIA sta già pensando una nuova trovata per salvare il salvabile.
Ai tifosi invece tocca accontentarsi, ed annoiarsi ancora un po'.
 
di Jaap Grolleman