Re di Monaco per un giorno: è così che si sentirà Mark Webber, vincitore assoluto sul tracciato di Montecarlo. Un aggettivo? Irraggiungibile. Anche per chi di nome fa Sebastian Vettel e guida la tua stessa, velocissima monoposto. Le lodi, stavolta, vanno non solo a chi è partito dalla prima posizione, ma anche a chi è partito dalla ventiquattresima. Fernando Alonso, condannato allo start dai box per via dell’errore commesso nella terza sessione di libere (sabato), ha condotto la gara più difficile e in un certo senso rischiosa. Dall’ultima piazza al sesto, pardon, settimo posto finale. Il che, qui nel Principato, equivale praticamente alla vittoria.
Complice una prontezza strategica (inattesa, a dire il vero) della Ferrari, Fernando ha approfittato della safety car uscita tra il primo ed il secondo giro per l’incidente di Hulkenberg: immediata sosta ai box, con sostituzione delle gomme (da morbide, usate per pochi chilometri, alle dure) e il grande vantaggio, subito dietro le altre ventitré monoposto, di non doversi potenzialmente più fermare ai box, per il cambio mescola obbligatorio, per il resto della gara. Una mossa perfetta, fredda, più che azzeccata, che ha consentito ad Alonso di restare in pista mentre molti altri rientravano dopo la prima parte di gara. Ad emozionare sul serio, però, sono stati i sorpassi chirurgici, spietati e da predatore che Fernando ha effettuato ai danni dei rivali nelle retrovie. Qualcuno potrà obiettare che si trattava dei team esordienti, molto lenti… ma, per rubare temporaneamente il concetto (citato all’inizio del nostro commento sulle prove libere) di Piquet, provate voi a superare in bici un avversario tra le mura di casa senza sbattere, toccarvi o cadere… E’ così: a Monaco è difficilissimo sorpassare in qualunque situazione, anche con evidente disparità di vetture.
Dalla bandiera a scacchi di Montecarlo, però, esce una realtà ben precisa: probabilmente Mark Webber è giunto allo stadio successivo della sua maturazione di pilota. Con questa Red Bull ben bilanciata, aerodinamicamente perfetta ed efficiente ovunque, ha battuto sonoramente il suo compagno di squadra. Le due vittorie dell’australiano non sono state una pura coincidenza, ma una dimostrazione di forza e forse anche una piccola sorpresa per tutti, in primis per il giovane tedesco che parecchi davano come favorito in squadra. Mark ha macinato giri veloci a ripetizione, vincendo ogni volta l’annullamento dei distacchi operato dalla safety e distanziando puntualmente Sebastian ad ogni ripresa. Insomma, più forte anche di qualunque imprevisto. I due alfieri Red Bull, ora, hanno conquistato entrambi la testa della classifica, con 78 punti e la parità.
Dalla verità al dubbio: ancora una volta Michael Schumacher si comporta al limite del regolamento, superando Fernando Alonso all’ultima curva, quando ancora c’era il regime di safety car (uscita negli ultimi giri per un contatto al Tabaccaio). Il regolamento parla chiaro: prima della linea del traguardo, a safety car appena rientrata, non si può sorpassare nessuno. Visto che si trattava comunque dell’ultimo giro in via di conclusione, le posizioni avrebbero dovuto restare, per così dire, congelate. Invece il tedesco ha colto una piccola esitazione di Fernando ed ha affondato il colpo. E’ parte del carattere multiforme del fuoriclasse lottare fino agli ultimi istanti, forse anche in barba a ogni regolamento. Ma siamo sicuri che la manovra di Schumi sia stata corretta? Vi terremo aggiornati sulle decisioni che verranno prese dai commissari, riuniti per analizzare quanto accaduto. La Formula 1 ritorna tra due settimane in Turchia: la Red Bull, però, ha già messo le ali…