E’ ovvio, per Stefano Domenicali, avere rimpianti dopo una gara così: è bastato un circuito “tradizionale”, una di quelle vecchie piste dove riemerge il pilota e su cui è cresciuta la Formula Uno, per rivedere una Ferrari quasi al top, se non alla pari con gli avversari. Stavolta, però, il “nemico” più ravvicinato, che ha tolto il sorriso a Fernando Alonso, è stata la McLaren. Lewis Hamilton e Jenson Button hanno concluso con un’altra doppietta, lanciando la scuderia inglese in vetta al mondiale e portandosi entrambi in testa alla classifica.
Per fortuna abbiamo assistito ad un gran premio eccitante, dove la variabile impazzita delle strategie riguardanti le gomme ci ha restituito un po’ di autentico sapore competitivo. Dopo le prime schermaglie in pista tra Hamilton e Vettel a inizio gara, la prima sosta ai box aveva regalato a Fernando l’occasione di andare avanti con un bel sorpasso in pitlane sullo stesso Hamilton. Nella bagarre generale, però, Alonso è stato sfortunato due volte: dapprima nel tentativo di sorpasso su Buemi, in quel momento in testa, di cui ha approfittato con astuzia Lewis Hamilton per sopravanzare il rivale in rosso e riprendersi la posizione. Poi, quasi a fine gara, il doppiaggio di una Hrt ha indebolito la velocità dello spagnolo, superato di slancio da Jenson Button, in quel momento vicinissimo alle sue spalle.
In tutto questo le Red Bull non hanno avuto un ruolo da vere protagoniste. Pur girando con tempi non cattivi, i due piloti hanno pagato la differenza di strategia di gomme. Partiti con le dure, hanno poi sofferto con le morbide. McLaren e Ferrari (soltanto con Alonso, in quanto Massa è rimasto coinvolto in un contatto ed è stato costretto a una gara di rimonta, ulteriormente rovinata da una manovra sotto investigazione di Schumacher) hanno fatto il resto, dettando legge quasi in ogni momento del gran premio. La McLaren ha recuperato il gap che la separava dalla Red Bull, a Maranello c’è ancora da lavorare per tornare indiscutibilmente e stabilmente in testa, impresa comunque non facile. Gli aggiornamenti alla monoposto programmati per Valencia (tra due settimane) potrebbero essere di grande aiuto. Nonostante tutto gli uomini in rosso possono sorridere: i distacchi (per lo meno, in classifica piloti) non sono abissali: la prima regola resterà sempre quella di fare meno errori possibile.
In questa domenica di automobilismo sportivo una piccola grande nota la merita la 24 Ore di Le Mans: dopo la vittoria Peugeot dello scorso anno, l’Audi è tornata in gran forma e ha conquistato l’intero podio grazie a un’affidabilità solidissima dimostrata dalle sue R15 TDI. Un plauso a quella che è diventata una delle Case più vincenti nella storia di questa corsa unica e dal fascino totale.