Da outsider a candidata al titolo: la parabola della McLaren guidata da Andrea Stella
Sin dalla sua promozione a Team Principal, avvenuta nel dicembre del 2022, l'ex ingegnere di Fernando Alonso ha rivoluzionato l'etica di lavoro che, dopo una legittima fase di rodaggio, è ora nel pieno della sua espressione tecnica.

23/07/2024 08:30:00 Tempo di lettura: 9 minuti

Quella che qualche tempo fa veniva definita come una straordinaria sorpresa, ora può essere considerata a tutti gli effetti una piacevolissima certezza. Sì, perchè la McLaren si è ormai strappata definitvamente di dosso l'etichetta di outsider e ora viaggia spedita all'inseguimento del primo posto occupato dalla Red Bull, consapevole di avere a disposizione una monoposto che ha già dimostrato a più riprese di saper adattare le sue caratteristiche a tipologie di circuiti differenti tra loro.

Una fetta (la più grande) di merito va senza dubbio assegnata ad Andrea Stella, italiano di nascita ma inglese d'adozione vista l'ormai lunga militanza in quel di Woking. Sin dalla sua promozione da Racing Director a Team Principal, avvenuta a dicembre 2022, la squadra color papaya è cresciuta a vista d'occhio, grazie ad un piano mirato avente l'obbiettivo di far tornare al vertice una scuderia che ormai da troppi anni non frequentava più le zone nobili della griglia.

Da outsider a candidata al titolo: la parabola della McLaren guidata da Andrea Stella

La capacità gestionale mostrata dal nativo di Orvieto è figlia dell'enorme bagaglio di esperienza che porta con sè, maturata ai tempi della Ferrari quando si ritrovò a lavorare al fianco di Michael Schumacher prima e Kimi Raikkonen poi, negli anni in cui la Rossa "il mondo tremare faceva". Forse qualcuno a Maranello si starà mangiando le mani vedendo quello che sta costruendo Stella, probabilmente lasciato andare troppo facilmente quando nel 2015 decise di seguire Fernando Alonso in McLaren.

Niente proclami, comunicazione chiara e trasparente

Ciò che ha stupito appassionati e addetti ai lavori è stata la linea di comunicazione che il manager umbro ha scelto di seguire dal debutto ufficiale nella sua nuova veste quando, il 13 febbraio 2023, venne presentata la MCL60: "Gli obbiettivi? Entrare nella top 4 nel corso della stagione. Nel breve termine bisognerà essere pazienti e realisti, non credo che quest'anno saremo in grado di lottare per le vittorie. Dobbiamo prima pensare a diventare una squadra solida e continua, poi a metà stagione arriveranno degli sviluppi che ci consentiranno di essere più competitivi".

Chiaro e trasparente, lontano da qualunque tipo di proclamo e/o illusione. Approccio che poi ha trovato riscontro anche in pista quando, dopo un inizio di stagione molto complicato, in Austria arrivò il tanto atteso pacchetto di aggiornamenti che fu in grado di ribaltare completamente le prestazioni della vettura britannica. Osservando i numeri, il quadro diventa ancor più eloquente: nelle prime 8 gare i punti raccolti dalla compagine arancione furono a malapena 17, contro i 155 ottenuti da Spielberg a Suzuka.

Da outsider a candidata al titolo: la parabola della McLaren guidata da Andrea Stella

Anche la bacheca del McLaren Technology Center tornò a riempirsi con regolarità nella seconda parte di stagione grazie ai 9 podi conquistati, a cui vanno aggiunte anche la doppietta nella qualifica Shootout e la vittoria nella Sprint in Qatar firmata da Oscar Piastri oltre alla pole, sempre nella qualifica della gara corta, messa a segno da Lando Norris in Brasile.

Un cambio di marcia repentino e non casuale, bensì figlio di una strategia tecnica ben precisa che ha sì richiesto del tempo, ma che sta regalando tutt'ora frutti dolcissimi. Alla bandiera a scacchi di Abu Dhabi la squadra capitanata da Stella concluse in quarta posizione nella classifica Costruttori, ma i risultati lasciavano spazio ad una realtà ben diversa: la McLaren salutava il 2023 da seconda forza in pista, alle spalle della dominante RB19.

McLaren, ora sei seduta al tavolo dei grandi

Il 2024 ha visto gli uomini color papaya cominciare l'anno da terza forza, complice il ritorno ad alti livelli della Ferrari. L'inizio di stagione è stato decisamente opposto a quello della precedente, tanto che la McLaren tra Australia e Cina raccoglie due podi con Norris (autore, inoltre, della pole position nella Sprint Qualifying di Shanghai).

Da outsider a candidata al titolo: la parabola della McLaren guidata da Andrea Stella

Il cambio di passo arriva ancora grazie ad un corposo pacchetto di aggiornamenti, stavolta in quel di Miami dove il britannico riesce a cogliere la prima vittoria della sua carriera, ponendo fine ad una lunga attesa che durava da ben 109 Gran Premi. Proprio lo stesso Norris la settimana successiva ad Imola sfiorò immediatamente il secondo successo, sfumato per soli 7 decimi al traguardo. La MCL38 ha saputo confermarsi weekend dopo weekend, risultando incredibilmente solida su ogni tipo di pista, come confermato dal secondo posto di Piastri a Monaco, un circuito per caratteristiche totalmente opposto a quello situato in Emilia-Romagna.

La vettura è da Mondiale. E il resto?

Il trittico Barcellona-Spielberg-Silverstone ha lasciato in eredità una McLaren che, a suon di sviluppi sempre efficaci, si è confermata come la squadra da battere, seppur i risultati abbiano continuato a sorridere a Max Verstappen e alla Red Bull. I punti lasciati per strada in questo lasso di tempo sono stati parecchi: basti pensare come da tre potenziali vittorie il team di Andrea Stella abbia invece raccolto, lato box Norris, solo due podi e un ritiro; troppo poco per una squadra che, come dichiarato apertamente, mira a diventare Campione del Mondo.

Se con strategie piuttosto discutibili (Gran Bretagna in primis) la Mclaren ha dimostrato di non essere ancora totalmente pronta per competere con chi ad alti livelli è abituato a starci, anche Norris non è stato sicuramente perfetto. Se nella dinamica del contatto con Verstappen in Austria il britannico ha poco da recriminare a se stesso, non si può affermare altrettanto per quel che concerne l'errore commesso alla partenza in Spagna, dove ha di fatto vanificato la pole position.

Da outsider a candidata al titolo: la parabola della McLaren guidata da Andrea Stella

Stessa sorte nell'ultimo appuntamento andato in scena in Ungheria dove, al momento dello stacco frizione, ha subito il sorpasso del compagno di squadra. Un dettaglio che non ha però impedito alla McLaren di convertire la prima fila monopolizzata in qualifica (risultato che mancava da 12 anni) in una doppietta, nel giorno del primo successo in Formula 1 di Oscar Piastri che, però, avrebbe di gran lunga preferito festeggiare diversamente, senza quel momento di imbarazzo venutosi a creare in seguito ad un altro pasticcio del muretto che ha portato Norris davanti all'australiano durante l'ultima girandola dei pit-stop.

Insomma, la sensazione è che gli uomini del team color papaya debbano ancora lavorare parecchio per riuscire a tenere il passo di una monoposto che in pista, al momento, sembra proprio non avere rivali. Perchè lottare per il Mondiale è diverso dal gareggiare per le posizioni di rincalzo; entrano in gioco molti più fattori: dalla mole di pressione aggiuntiva alla necessità di massimizzare sempre il risultato. Certo, è comunque un esercizio che richiede tempo e l'unico modo per abituarsi a lottare al vertice è proprio... lottare al vertice. Il problema è che in uno sport che fa dello sfidare il cronometro la propria essenza, la singola esitazione può alla fine rivelarsi decisiva. Un particolare che a Woking non dovranno sottovalutare, soprattutto ora che il sorpasso alla Ferrari si è finalmente concretizzato, lasciando la sola Red Bull come unico ostacolo tra la McLaren e il titolo iridato.

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