07/11/2010 Tempo di lettura: 4 minuti

Si deciderà tutto tra una settimana. E’ questo il verdetto del penultimo gran premio del 2010. Una gara emozionante, generatrice di palpitazioni, dove la sfida iridata si è ridotta a quattro piloti (anche se Hamilton è quasi matematicamente fuori dai giochi). San Paolo, in questi ultimi anni, è stata la sede dove si sono conquistati i titoli mondiali, il luogo dove sono stati distribuiti equamente dalla sorte sia infiniti lampi di gioia che lacrime molto amare.

Anche se oggi il titolo piloti non è stato assegnato, la tradizione del tracciato brasiliano si è rinnovata con la vittoria della Red Bull nel campionato costruttori. Un successo che suggella la superiorità di due vetture straordinarie, disegnate per correre insieme al vento e per danzare perfettamente in quel grande e invisibile fluido che è l’aria. Sebastian Vettel si è confermato ancora una volta più in forma del buon Webber, sempre lì dietro ad inseguire questo giovanotto che rischia di rubargli definitivamente la scena. Una lotta intestina, quella del team Red Bull, che non vede ordini di squadra e avvantaggia perfettamente Fernando Alonso, libero inseguitore in gara e resistente leader in campionato. Il suo vantaggio su Mark Webber, creato rapidamente con il risultato della Corea due settimane fa, è passato da undici a otto punti. Il tutto a una sola gara dal termine.
Ha fatto tremare tutti, Fernando, con i suoi sorpassi. Violentemente preciso, determinato a ottenere quel risultato essenziale che si era prefisso e che sta rispettando alla lettera gara dopo gara, lo spagnolo ha comunque posto rimedio a delle qualifiche che avrebbero dovuto vederlo più avanti. L’exploit di Hulkenberg, frutto di una pista che al sabato era dapprima bagnatissima e successivamente è andata via via asciugandosi, è durato pochissimo grazie al doppio sorpasso delle Red Bull nel corso dei primi chilometri di gara. C’era, però, anche Lewis Hamilton davanti allo spagnolo. E nei primi giri è stato, come accennato prima, Alonso-show: dopo svariati tentativi di sorpasso ai danni dell’inglese (che partiva quarto), Fernando lo ha praticamente costretto all’errore (quasi come in Corea…) e lo ha infilato senza esitazione, per poi concludere la mini-rimonta con un bellissimo e rischioso sorpasso sul più lento Hulkenberg, che difendeva disperatamente la sua grande conquista del sabato. Una dimostrazione di carattere che a fine gara, complice un’entrata della safety per un botto improvviso di Liuzzi, lo stava portando dietro gli scarichi di Mark Webber, presumibilmente in difficoltà con un motore un po’ accaldato.
Il tanto atteso duello tra i due piloti che prima di tutti gli altri si stanno contendendo il mondiale non è poi avvenuto. In fondo, però, è solamente questione di tempo, anzi, di giorni. La superiorità Red Bull, ancora una volta, non era affatto impenetrabile (nonostante le apparenze): in diversi momenti della gara la F10 di Fernando girava su tempi identici, se non a volte più bassi, a quelli delle monoposto neo-iridate. Venerdì inizia l’ultimo weekend di gara 2010, quello decisivo per l’assegnazione del titolo, la fine di un’avventura che, comunque vadano le cose, è stata esaltante. A Fernando basterà un secondo posto per laurearsi per la terza volta campione del mondo, o comunque un podio esattamente identico a quello di oggi. Sarà comunque una piccola grande impresa, sicuramente non una missione impossibile. Bisogna soltanto sperare che Alonso sia, ancora una volta, Alonso…

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