Perez sguinzaglia gli sponsor: la Red Bull potrebbe tenerlo nel 2025

La carriera di Sergio Perez sembrava giunta ormai al termine, visti i suoi risultati in questa stagione. La collaborazione tra il messicano e la Red Bull era già al lastrico prima della pausa estiva, e il suo allontamento a favore di Daniel Ricciardo sembrava ormai cosa nota. Invece, a sorpresa, la squadra ha deciso di dare una seconda chance al latinoamericano. La spiegazione per questa scelta strana, lontana dallo spirito cinico e freddo del team di Milton Keynes, potrebbe risiedere nei motivi economici: il pilota numero 11, infatti, porta i soldi di tutti i fan dell'America Centrale e Meridionale, nonchè l'appoggio di parecchi sponsor. 

Tuttavia, dall'ombra della Formula 2, è arrivata in griglia una nuova nemesi per il sedile di Perez, ovvero Franco Colapinto. Il giovane argentino, infatti, manterrebbe la Red Bull nel mercato dei Paesi americani, portando nuova competitività e appoggio alla squadra. Non è così una sopresa che Christian Horner sia interessato a lui, mentre Helmut Marko preferisce puntare a Liam Lawson, ragazzo del suo programma junior. In questo scenario, però, si è appena introdotto un nuovo colpo di scena: stando a quanto riportato da Marca, il messicano avrebbe trovato nuovi sponsor, pronti a sborsare ancora i 30 milioni di dollari che tengono il pilota in Red Bull. Una cifra che quasi non sembra casuale, dato che è la differenza tra la prima e la terza posizione in classifica Costruttori. Sempre dalla Spagna affermano che il team avrebbe già dato l'ok per la produzione delle magliette del 2025, sulle quali sono presenti tutti i nuovi sostenitori economici. 

Nell'aria ci sono altre notizie che potrebbero essere legate a questo scenario: poche ore fa, KitKat, già sponsor di Perez, ha annunciato una partnership con l'intero gruppo della Formula 1. Inoltre, Jalisco, altro marchio sudamericano, paga parte delle quote per il GP di Miami, Austin, Las Vegas e Città del Messico. Insomma, le radici del numero 11 sono ben invischiate nella politica dello sport, perciò non stupiamoci se questi motivi riusciranno a mettere in secondo piano le sue deludenti prestazioni. 

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