In un mondo sempre più attento alla sostenibilità ambientale, la Formula 1 stona come una mosca bianca. Il fatto che 20 persone brucino carburante per divertimento, unito ai numerosi viaggi per spostare il personale, l'energia generata e altri fattori, l'impatto di questo sport è notevole, e non bastano solo le borracce, i distributori d'acqua o le casette per le api di Vettel a cambiare la situazione. Stando a quanto riportato dalla BBC, nel 2018 la carbon footprint della Formula 1 era di 256000 tonnellate di CO2, ma questo numero è in calo grazie a certe scelte intraprese negli ultimi anni (e che non sfigura comunque con certi dati presentati da altri sport).
Quindi, come può il motorsport sopravvivere alle richieste del nostro pianeta? Ovviamente non si possono introdurre motori elettrici, ma Stefano Domenicali è sicuro che si potranno trovare strategie alternative. "Abbiamo fatto dei grandi passi avanti senza timore. Amiamo quello che facciamo, e la passione è un elemento cruciale. Stiamo ascoltando le richieste sulla sostenibilità, e stiamo cercando le giuste soluzioni tecniche", ha spiegato l'italiano al sito britannico. Uno di questi cambiamenti sarà l'introduzione di un carburante sostenibile al 100% nel 2026. Tuttavia, solo l'1% dell'anidride carbonica prodotta dalla Formula 1 viene dalla pista perciò, come dice Ellen Jones, responsabile della transizione ecologica per la F1, ci sarà da cercare il progresso in ogni azione, anche se non sarà perfetto al 100%.
In questo discorso si è introdotto anche Lando Norris, che ha spiegato cosa fanno già le squadre per ridurre le loro emissioni: "La Formula 1 è molto più avanzata di quello che si crede in termini di efficienza e impatto ambientale. Noi innoviamo in tutti i sensi, ma sarebbe bello se si conoscesse di più. Le nostro monoposto sono le più efficienti del mondo, anche se da fuori non si nota. Senza il contributo della nostra tecnologia anche le macchine stradali sarebbero meno efficienti, e il pianeta starebbe peggio. È tutto quello che ruota attorno allo sport a non essere sostenibile, tutti i viaggi in aereo hanno un impatto maggiore dei giri di pista in un weekend. Dobbiamo continuare ad innovare, aiutando anche il resto del mondo. Noi non corriamo solo per gareggiare, ma anche per avere un impatto positivo".
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