E’ andata in archivio anche l’82esima edizione del Gran Premio d’Italia, nello storico circuito di Monza. Si conclude così la stagione delle gare europee, con un finale di campionato che si correrà freneticamente in giro per il mondo con le ultime sei tappe. Quest’edizione del classico appuntamento italiano con la Formula 1 sarà ricordata come una delle più belle degli ultimi anni, se non dell’era moderna di questo sport. DRS o Pirelli, non importa se lo show appaia manovrato o artefatto: abbiamo assistito ad una gara memorabile, emozionante e combattuta senza alcuno sconto.
Sebastian Vettel rinnova la storia e fa un salto indietro nel tempo al 2008, un po’ chiudendo il cerchio aperto con quella vittoria sotto la pioggia (la prima per lui) con la Toro Rosso, ex Minardi. La decima pole stagionale e l’ottava vittoria 2011 sanciscono il dominio quasi totale del giovane tedesco, che ormai è quasi matematicamente iridato per la seconda volta. La Red Bull ha finalmente rotto una sorta di incantesimo che la teneva lontana dalle posizioni d’oro a Monza. 112 punti di vantaggio in classifica piloti, praticamente quattro vittorie e mezzo di differenza, a sei gare dal termine è l’ipoteca perfetta per un campionato del mondo che non può più neanche essere perso.
Era emozionato il piccolo grande Vettel. Si è emozionato sicuramente anche il pubblico, sia in pista che da casa, con quella partenza incredibile di Fernando Alonso, con quella lotta che mai dimenticheremo tra Lewis Hamilton e Michael Schumacher (in quanti lo avremmo mai detto quando il tedesco si ritirò nel 2006?), con i sorpassi, le traiettorie, le manovre che nascono dalla velocità pura, di cui Monza è davvero l’ultimo ed unico tempio. Qui l’essenza del motorsport, dell’efficienza e della potenza dei mezzi da corsa viene fuori come in nessun’altra pista. Storia e brivido che si contendono il cuore di chi corre e di chi osserva rapito a bordo pista o da un lontano schermo. Il batticuore di Monza travolge tutti, soprattutto chi ha l’onore di vincere e salire su quel podio unico nel suo genere. Lo ha fatto capire bene, Sebastian Vettel, con quell’omaggio sul casco verso l’Italia e la sua storia, con le sue lacrime non più da ragazzino, ma da giovane uomo che, senza neanche nasconderlo troppo, sogna di conquistare ancora di più quel gradino centrale del podio, a bordo della Rossa che già da ora spera di sentire presto sua. Monza sa rendere felici tutti, anche un Fernando Alonso costretto a consolarsi con il terzo posto, un podio immancabile nella grande marea rossa che ondeggia lì sotto, a pochi metri dalle coppe, dagli inni e dallo champagne. La Ferrari, oggi, deve ringraziare la tenacia e la straordinaria bravura del suo pilota di punta, sempre in grado di colmare il grande gap che sfortunatamente continua a separare la sua monoposto da un’astronave chiamata Red Bull…
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