2 agosto 1970 - L’ultima di Jochen Rindt
02/08/2025 08:15:00 Tempo di lettura: 2 minuti

A volte ci dimentichiamo quanto sia prezioso il presente. Corriamo, inseguiamo, accumuliamo. Eppure la storia ci insegna che ogni attimo – anche il più esaltante – può essere l’ultimo. Non sempre tragico, ma irripetibile. Per questo dovremmo imparare a gustarci ogni vittoria, ogni traguardo, ogni emozione come se fosse l’ultima volta che ci è concessa.

È il pensiero che accompagna ogni ricordo legato a Jochen Rindt, che il 2 agosto 1970 conquistò la sua ultima vittoria nel Gran Premio di Germania a Hockenheim. Un trionfo netto, deciso, a bordo della sua straordinaria Lotus 72.

Rindt era veloce, istintivo, in anticipo su tutto. Anche sul destino, e sembrava guidare con l’urgenza di chi sa che non c’è tempo da perdere. Quel giorno salì a 45 punti in classifica, consolidando la leadership sulla Ferrari di Jacky Ickx e avvicinandosi sempre più a un titolo mondiale atteso da tutta la vita.

Ma tre gare dopo, a Monza, tutto si fermò. Jochen morì in qualifica, senza sapere che nessuno lo avrebbe più raggiunto. Ickx non superò i 40 punti. Jochen Rindt fu proclamato campione del mondo 1970. L’unico, nella storia della Formula 1, a vincere un titolo postumo.

Il dolore di quel presente spezzato lo portò soprattutto Nina Rindt, sua moglie. Era lì, quel giorno a Monza. Rimase seduta a lungo in silenzio, con gli occhiali scuri sul volto, con in mano il taccuino su cui era solita annotare i tempi sul giro di Jochen, in attesa di segnarne uno che non arriverà mai, ascoltando il respiro del paddock svuotato. Non servivano parole. In quel silenzio c’era tutto: l’amore, la perdita, la consapevolezza che il tempo a volte si ferma quando meno te lo aspetti e che ogni volta, può essere l'ultima volta.

Foto copertina schlegelmilch.ch

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