Verstappen ironizza sulle papaya rules: «Premi il piede destro»
17/10/2025 18:50:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Il paddock della Formula 1 si è recentemente acceso discutendo delle cosiddette "papaya rules" McLaren, un insieme di direttive interne volte a garantire equità tra i piloti del team. Il tema è tornato sotto i riflettori in vista del Gran Premio degli Stati Uniti, alimentato da un contatto tra Lando Norris e Oscar Piastri a Singapore e dalle successive dichiarazioni dei protagonisti, oltre che da un clima che si sta facendo sempre più caldo.

Tra le voci più pungenti c'è quella di Max Verstappen, che si è distinta per ironia e franchezza. Il campione del mondo ha criticato l'approccio della McLaren, sostenendo che il tentativo di mantenere tutto equo tra i piloti ha finito per complicare inutilmente la gestione interna. Con il suo stile diretto, Verstappen ha scherzato sul fatto che, se corresse per la McLaren, il problema non si porrebbe perché "non saremmo così vicini in classifica", suggerendo che il suo dominio renderebbe superflue le regole o, meglio, che non esisterebbero affatto.

 

Occhi puntati su Austin questo fine settimana

Verstappen ironizza sulle papaya rules: «Premi il piede destro»

Dopo il contatto al primo giro tra Lando Norris e Oscar Piastri a Singapore, il team ha tenuto quelli che ha definito "buoni colloqui", attribuendo alla fine la principale responsabilità a Norris. Quando l'argomento è stato sollevato durante la conferenza stampa di Verstappen con i media olandesi ad Austin, il campione del mondo ha condiviso la sua opinione secondo cui la McLaren ha complicato inutilmente le cose.

"Se lasci la porta leggermente aperta come ha fatto Oscar a Singapore, potresti ritrovarti in una situazione del genere. Ma d'altra parte, sono stati loro stessi a creare questa situazione, cercando con tutte le loro forze di rendere tutto uguale con determinate azioni".

Secondo Verstappen, è difficile gestire una lotta per il titolo tra due piloti della stessa squadra ed è altrettanto complicato mantenere tutto equo intervenendo dal muretto dei box.

"Sai, un campionato non è mai equo al 100% in certi momenti. A volte capita un pit stop sbagliato, a volte si rompe un motore. Non credo che sia possibile bilanciare davvero queste cose. Alla McLaren la vedono diversamente, ma questa è la mia opinione. È molto difficile, ed è questo che a volte porta alla frustrazione".

Se l'olandese avesse corso per la McLaren sarebbe successo? Verstappen dà la risposta...

Verstappen non avrebbe mai accettato tali interventi dal muretto dei box come pilota, ed è scoppiato in una grande risata a una domanda su questo argomento:

"No, ma probabilmente non saremmo così vicini in classifica. Allora, automaticamente, non sarebbe un problema. Devi solo cercare di assicurarti di non finire in una situazione del genere".

Jos Verstappen futuro team principal?

Durante la conferenza stampa ad Austin, Verstappen ha aggiunto che, secondo lui, suo padre Jos sarebbe un buon team principal. Il commento ha suscitato stupore nel paddock, data la sua personalità focosa, ma Max ha insistito sul fatto che non è necessariamente una cosa negativa.

"Penso che in realtà sia un bene per molte persone ricevere ogni tanto un calcio nel sedere! Penso che mio padre sarebbe un buon TP, anche in F1. Ma lui non vuole farlo. Sarebbe troppo lontano da casa. Ha già vissuto questa esperienza con me e ora ha anche la sua famiglia. Non è fattibile e penso che non dovremmo pretenderlo da lui. Ma sono sicuro al 100% che se la caverebbe bene".

Tornando alla questione delle papaya rules, Max ha sostenuto che se il padre fosse stato TP le avrebbe risolte molto velocemente:

"Sì, non ci sarebbero regole! Basterebbe solo premere il piede destro! So esattamente com'è mio padre".

Max Verstappen, nel corso della sua carriera, non è mai stato un pilota che possiamo definire "diplomatico"; anzi, ha sempre dimostrato un modo di fare estremamente diretto, senza peli sulla lingua, che ha adottato anche stavolta in merito alle "papaya rules" della McLaren. Il suo punto di vista è condivisibile? Anche Toto Wolff pensa che sia estremamente complicato essere equi quando la lotta mondiale è interna al team.

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