Damian Singh con la mamma Magdalena
21/08/2012 20:46:49 Tempo di lettura: 3 minuti

Il progetto Young Lives, nato da una casuale collaborazione tra un sistemista della McLaren e un pediatra del Children Hospital di Birmingham, porterà l'innovativa tecnologia usata per monitorare le monoposto direttamente in terapia intensiva, per  monitorare lo stato dei piccoli pazienti.
Il software di McLren Electronics è in grado di ricevere informazioni da oltre 130 sensori, relazionare questi dati e rilevare anomalie che precedono situazioni di allarme. E' stato abbastanza semplice immaginare che parametri "vitali" come temperatura del motore, consumo di carburante, regime di rotazione e densità dei gas di scarico potessero facilmente essere "rimappati" sui dati necessari per monitore lo stato di salute dei bimbi ricoverati al Children Hospital di Birmingham.
Frequenza cardiaca e respiratoria, pressione sanguigna, temperatura corporea, livello di ossigeno ed analisi in di alcuni valori enzimatici e proteici nel sangue e nelle urine, tutti dati che esperti medici sono in grado di analizzare con grande velocità ma che da oggi potranno essere affiancati dalla incredibile capacità di elaborazione del software McLaren Electronics.
Queste le parole del dottor Heather Duncan intervistato dal Mail on Sunday “E’ davvero eccitante, è un grande salto in avanti. Abbiamo diversi parametri che per noi sono molto utili. Gli ingegneri in F1 hanno un monitoraggio in tempo reale per vedere quando è il momento giusto di fare il pitstop. Nel settore sanitario, questo software ci consente di vedere i cambiamenti di certi parametri in un determinato lasso di tempo. Ci aiuta parecchio e migliora le probabilità di sopravvivenza dei bambini. Al momento il software è intuitivo per un ingegnere da corsa, meno per i medici. Per esempio, la frequenza respiratoria viene ancora visualizzata come giri al minuto. Direi che c’è ancora qualche ritocco da fare"

Peter Van Manen, CEO di McLaren Electronics, ha aggiunto: “E’ stato interessante vedere i nostri ingegneri lavorare a fianco dei medici. Se siamo in grado di fare qualcosa di diverso per rendere migliore l’assistenza sanitaria, saremo ancora più contenti. Ci piacerebbe essere in grado di poter offrire il software agli ospedali di tutto il paese”.