Oscar Piastri stava quasi diventando tranquillo nella sua posizione di leader del Mondiale, consolidata nel corso delle gare europee. A Monza l'australiano si è presentato con 34 punti di vantaggio, complice un DNF del suo compagno di squadra per un guasto al motore a Zandvoort, e per lui si trattava solo di ottimizzare i risultati. Invece, da quel fine settimana il pilota è partito in top 5 solo una volta e non ha mai visto il podio, mentre Lando Norris ha ricucito il divario fino a sorpassarlo.
Se in un primo istante il 24enne sembrava una persona di ghiaccio, chirurgia, che non si lasciava scalfire dalla pressione, nelle ultime settimane qualcosa si è rotto. Il primo segnale è stato il weekend di Baku, chiuso con un sonoro 0 dopo essere andato a muro sia al sabato che alla domenica. Un risultato che, per la stessa ammissione di Piastri, era dovuto a un momento di confusione dopo il GP di Monza: in quell'occasione, infatti, la squadra gli aveva platealmente chiesto di scambiare la posizione con Norris, davanti a lui per tutta la gara ma vittima di un pit stop lento. L'australiano ha acconsentito, ma non senza qualche pensiero di troppo nella sua testa.
"Il weekend in Azerbaijan è stato una combinazione di diverse cose. La settimana prima eravamo a Monza, dove non ho fatto una delle mie performance migliori, e poi è successo il caos con i pit stop... Ma anche Baku stessa è stata complicata sin dal venerdì: ho avuto un problema con il motore nelle Prove Libere, le gomme erano le più morbide e io stavo guidando oltre il limite e non ero contento di quello che facevo. C'erano tante cose che sommate non mi hanno soddisfatto, ho spinto troppo e sono finito nel muro sia sabato che domenica. Credo che quello sia stato il mio peggior weekend in Formula 1, ma anche uno dei più utili per quello che ho imparato dal punto di vista sportivo e mentale", ha spiegato poi Piastri al podcast Beyond The Grid.
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