24/06/2001 Tempo di lettura: 5 minuti
Michael Schumacher ha vinto quest’altra edizione del Gran Premio d’Europa, corsa al Nurburgring. Andiamo per ordine: sin dai primi minuti che precedono l’inizio della competizione, Mika Hakkinen ha dovuto utilizzare la monoposto di riserva, ovvero la T-Car, per probabili problemi al propulsore Mercedes. Anche il campione del mondo non è stato da meno con essi: subito dopo essere uscito dai box con il muletto (come il finnico), si è dovuto fermare per un guasto alla pompa della benzina. Il tedesco era così di fretta (ovviamente), quando ha subìto lo stop, che ha preso in prestito una moto (Bmw, tra l’altro) per raggiungere i box, naturalmente guidato da un commissario che lo precedeva con un altro mezzo per indicargli la strada da percorrere. Andiamo invece alla partenza: Ralf Schumacher aveva pneumatici logori sia all’avantreno che al retrotreno, segno che le Michelin funzionano bene non solo ad alte temperature, ma anche e soprattutto se già rodate. Marques ha avuto difficoltà con la sua Minardi, perennemente in crisi. Non appena si sono spente tutte le luci rosse del semaforo, le prime due vetture, ovvero quelle dei due “fratelli coltelli”, sono schizzate via assieme, ed il maggiore dei due, cioè Michael, ha dettato legge, chiudendo in modo molto deciso, ma di sicuro quasi esagerato, la Williams di Ralf, che ha dovuto necessariamente cedere ad un impeto del genere. La prima metà di gara è stata un continuo duello tra i due tedeschi, con il più piccolo che cercava di avvicinarsi al più grande e compiere il sorpasso; in molte circostanze Ralf era sul punto di farcela, ma la freddezza glaciale di Michael glielo ha impedito. Successivamente, le sorti del Gran Premio sono state decise (guarda caso) ai box, con un emozionante pit-stop di entrambi i fratelli rivali. Stavolta sono stati i meccanici a fare la differenza, infatti quelli della Ferrari hanno dimostrato il motivo per cui sono campioni del mondo: sono riusciti non solo a battere i rivali della Williams, ma sono stati anche in grado di sfoderare la stessa freddezza e la stessa capacità di controllo del loro pilota di punta. A circa trenta giri dalla fine arriva un momento molto difficile per la Williams: si decide di dare alla vettura di Ralf uno stop and go di dieci secondi, poiché il tedesco era uscito dalla corsia della pit-lane ad una velocità maggiore rispetto a quelle consentite dal regolamento. Gara compromessa per la scuderia inglese, anche se Montoya è stato così bravo da salvare le sorti del team in questione: è riuscito a stare dietro a Michael Schumacher, conseguendo il secondo posto nella graduatoria finale. Terzo è giunto Coulthard, che ha deluso, non tanto per ciò che la McLaren non è stata in grado di ottenere in pista, quanto per il fatto che, pur di fare un danno alla Ferrari, ha fatto passare, a metà gara circa, Ralf, perdendo una posizione che poteva significare molto. Forse è sbagliato valutare in tal modo l’azione di David, ma è certo che questo atteggiamento avrebbe dato fastidio a chiunque. Quarto lo sconfitto Ralf, mentre quinto si è classificato un Rubens Barrichello in crisi, poiché non riesce più ad ottenere quei risultati abbastanza buoni della passata stagione. La Ferrari lo ha riconfermato da tempo per l’anno venturo, ma questi dovrà salvare la propria reputazione: per come sta correndo adesso, ha molto da rimproverarsi. Hakkinen è stato sfortunato, per via di alcune noie alla sua vettura; ciononostante è giunto sesto. Settimo Irvine, e dietro di lui il compagno di squadra De La Rosa: un ottimo risultato per le Jaguar, entrambe in perfetta forma qui al Nurburgring, in quanto sono state le prime vetture “normali” a tagliare il traguardo. Nono Villeneuve e decimo Raikkonen, che non aveva esperienza su tracciati come questo. Fisichella finalmente è stato in grado di portare la sua Benetton all’undicesimo posto: indubbiamente un ottimo piazzamento. Peccato per Alesi, che si è dovuto ritirare per via di un’uscita di pista.

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