Una liberazione. E’ questa l’idea che ha dato Fernando Alonso (oltre a una dose di felicità ben tangibile) quando è sceso dall’auto, è andato ad abbracciare il suo team e si è portato la bandiera gialla con il Cavallino in piedi sulla F138. Un gesto che ricorda Silverstone 2011 (unica vittoria della Ferrari in quella stagione semi-disastrosa), quando Fernando issò il volante della 150° Italia e indicò il simbolo della Rossa al centro del volante, sorridendo potentemente sotto il casco… Poi l’abbraccio con Stefano Domenicali e Piero Ferrari, il direttore d’orchestra moderno e l’erede del creatore di un sogno senza limiti, poi andato sul podio a prendersi il bagno di folla, la coppa e gli applausi di una terra, la Cina, ormai puro terreno di conquista per le vetture stradali Ferrari.
Una vittoria autorevole, pur essendo questo un aggettivo a volte un po’ abusato. Qui a Shanghai Alonso vinse con la Renault diverse stagioni fa. Poi, nel 2006, Michael Schumacher centrò proprio qui la sua vittoria numero 91, l’ultima in carriera e quella che lo rilanciò nella disperata rincorsa al titolo proprio contro Fernando. Sempre qui, nel 2007, Lewis Hamilton gettò alle ortiche con un errore clamoroso le sue reali possibilità di diventare campione già nell’anno di esordio in F1, regalando a Kimi Raikkonen (allora ferrarista) la chance perfetta per vincere in modo del tutto insperato uno dei campionati più incredibili della storia. E infine quella vittoria, nella prima edizione del 2004, di Rubens Barrichello con la F2004 e con Montezemolo sul podio. Corsi e ricorsi, altra espressione potenzialmente abusata. La storia che invece di ripetersi si diverte a generare intrecci simili ma mai identici, eventi sempre unici nonché mattoni di una strada tutta da costruire e ammirare.
La prima vittoria di Fernando Alonso in chiave 2013, dopo il secondo promettente posto a Melbourne e la cocente delusione di quell’uscita immediata a Sepang, è un dato di fatto importante che conferma la bontà del progetto Ferrari di quest’anno. Una monoposto che sembra non accusare più il problema di non riuscire a mandare in temperatura le Pirelli ma che al tempo stesso sa trattarle con più dolcezza, senza divorarle come invece sembra fare la Red Bull. Il quarto posto di Vettel, oggi, è forse quanto di meglio potesse sperare il suo team. Ancora delusioni, invece, per il povero Webber, che ha accusato altri problemi anche in gara (già difficile la sua qualifica ieri). Una sorte un po’ ingiusta per un pilota che ancora vorrebbe esibirsi in uno straordinario acuto prima di lasciare il Circus. Ritmi (negativi) cui la Red Bull non era certo abituata: nell’analisi dei tempi Alonso ha spesso inferto distacchi abissali (un secondo al giro) a Vettel, così come anche a molti altri.
Chi è rimasto più vicino allo spagnolo (e il podio ce lo conferma bene) sono stati Kimi Raikkonen e Lewis Hamilton, oltre a un Jenson Button sempre bravo in gestione gara (e gomme) e a un Felipe Massa che all’inizio appariva vicino al suo compagno di squadra mentre poi ha patito andando qualche posizione più indietro. La Mercedes è in crescita (Rosberg si è ritirato e qui vinse nella passata edizione) e questo secondo podio consecutivo di Lewis è molto importante. Ottimo in qualifica (partiva dalla pole), l’inglese è riuscito a difendersi dalle Ferrari (che hanno fatto un’ottima partenza) per poi dover cedere dopo pochi giri al doppio sorpasso dei ferraristi e rientrare ai box per un rapido cambio gomme. Quasi tutti sono andati su una strategia a tre soste e la gomma più dura è stata quella più usata per ovvie ragioni di maggior resistenza. Notevole la gara di Nico Hulkenberg, che con la Sauber è stato anche in testa alla gara (con dietro Sebastian Vettel) e si è poi un po’ perso nelle fasi successive. Ottima anche la gara di Daniel Ricciardo, che ha concluso in settima posizione dietro i big e non è mai rimasto troppo lontano da loro sin dal sabato.
Le certezze di questo gran premio, quindi, mettono in risalto una Ferrari molto veloce e competitiva, con un passo gara sempre più forte ma con il piccolo grande neo delle qualifiche ancora non al massimo. La velocità in curva della Red Bull potrebbe non bastare per difendersi bene dall’agguerrita concorrenza e il fatto di essere stati battuti sul campo proprio dalla Ferrari è un segno chiaro delle difficoltà del team, che comunque ha già dimostrato a fine 2012 di saper ribaltare molto rapidamente le sorti. La Lotus continua a puntare sulla costanza, che come abbiamo già detto premierà moltissimo nel prosieguo della stagione. Sono stati pesanti i punti persi da Alonso in Malesia nei confronti soprattutto di Vettel, così come sono stati pesanti oggi i punti recuperati dallo spagnolo sul rivale (ben 13, più della metà del distacco che si era creato dopo il secondo appuntamento). Di incerto c’è, comunque, l’esito di alcune indagini post-gara sul comportamento di alcuni piloti (tra cui proprio Raikkonen e Vettel) in regime di bandiere gialle. Più tardi sapremo qualcosa di più. Intanto si guarda già al prossimo appuntamento, che è molto vicino: domenica prossima si corre il quarto gran premio 2013, in Bahrain. Farà sicuramente caldo e ci sarà un po’ di sabbia in pista, con il tracciato che sarà più pulito dopo le libere e soprattutto dopo le qualifiche. Tre gare, tre vincitori diversi e la Ferrari più minacciosa che mai.
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