Le pagelle di F1WM - Usa
19/11/2013 14:56:25 Tempo di lettura: 3 minuti

Vettel + Red Bull: 10 – Invincibili. Ottavo trionfo di fila, dodicesimo della stagione. A un passo dal leggendario record di vittorie consecutive di Ascari. Pilota feroce e macchina perfetta, un mix vincente anche sulla pista texana. RB9 talmente competitiva da consentire anche a Mark Webber una buona gara e finire ancora a podio. Statene certi, a Interlagos non ce ne sarà per nessuno.

Grosjean: 9 – Ancora una gara matura e forte, un approccio molto costruttivo nel weekend e una competività notevole, tale da consentire al francese di inserirsi subito tra le due Red Bull e portare a casa il secondo posto. Davanti a lui solo Vettel. La Lotus può gioire e fa bene a tenersi stretto questo pilota, ormai del tutto cambiato rispetto alla difficile stagione passata.

Alonso: 9 – Per un quinto posto? Sì. Perché Fernando ha combattuto da leone, esattamente come ad ogni gara. La Ferrari è ormai ferma e senza passi in avanti, ha perso il secondo posto a favore della Mercedes ma lo spagnolo non si dà per vinto e dà lezioni di guida con quei sorpassi spietati nei confronti delle Sauber. Stesso punto, stessa tecnica. Più che piazzarsi dietro alle Red Bull, a Grosjean e alla Mercedes di Lewis Hamilton, non si poteva. Per la terza volta in quattro anni chiude il mondiale in seconda posizione alle spalle di Vettel. Samurai, come lo stesso Alonso ama definirsi.

Hulkenberg: 8 – Un’altra bella gara, con la dimostrazione che Nico è un ottimo pilota e merita ogni chance possibile di restare in Formula 1. Un sesto posto alle spalle di Alonso che vale davvero tanto.

La scelta Lotus: 4 – Cosa fa normalmente un team quando, a due gare dalla fine del campionato, uno dei suoi piloti titolari non può partecipare ai gran premi? Semplicissimo: mette in campo il terzo pilota (che non è casuale se porta questa definizione). Cosa fa la Lotus? Ignora Davide Valsecchi e ingaggia Heikki Kovalainen, il quale non ha certo brillato nella maggior parte della sua carriera in Formula 1. Una scelta molto poco sensata e offensiva verso il talento del pilota italiano, vincitore della Gp2 nel 2012. Una porta sbattuta in faccia che fa male e non vogliamo sottolinearlo solo per motivi patriottici. La stoffa di Davide c’è e il team avrebbe dovuto dimostrare più rispetto verso un proprio pilota e, diciamolo in modo provocatorio, verso gli italiani.

Circuito delle Americhe: 8 – Un bell’impianto che si dissocia dall’anonimato soporifero e triste dei molti circuiti di ultima generazione, tutti disegnati dalla stessa mano… Tratti veloci misti a curve che richiamano miti come Silverstone. Vorremmo che tutti i nuovi tracciati fossero così…

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