Mercedes: 10 – Seconda vittoria su due gare disputate, stavolta addirittura con doppietta. Cosa volere di più? E’ il team da battere e il sospetto era molto forte sin dai famosi test pre-stagionali. In Malesia non è venuta a mancare l’affidabilità che aveva tradito Hamilton a Melbourne e tutto il weekend è stato condotto a regola d’arte. Prestazioni di gran spessore. Chi li fermerà?
Hamilton: 10 – Seconda pole stagionale su due gran premi disputati e prima vittoria 2014. Forte, costante, mai preoccupato dai piloti che ha lasciato indietro, irraggiungibile per tutti. Anche per il suo compagno di squadra, vincitore di Melbourne, che qui si becca (pur guidando la stessa ottima monoposto) quasi una ventina di secondi al traguardo. E’ il Lewis in forma che ci piace vedere.
Vettel: 8 – La reazione di Sebastian è quella giusta: ottiene una gran prima fila in qualifica e poi non arriva tanto lontano da Rosberg in gara, “rischiando” per un momento di poter lottare per il secondo posto dietro l’imprendibile Hamilton. La Red Bull sta recuperando di corsa, è vero, ma il campione in carica come al solito ci mette del suo e porta la sua vettura lì dove altri probabilmente non riuscirebbero.
Ferrari: 7 – Sfiga di Raikkonen a parte, il team non brilla ma non crolla. Alonso è legato a doppio filo al numero 14 ma sembra che il numero 4 si stia legando a lui: quarto in qualifica, quarto in gara come a Melbourne (considerando la squalifica Red Bull). Se non altro c’è il valore della costanza, che da anni è un potenziale gran punto di forza e che infatti lo proietta in terza posizione nella classifica piloti, attaccato al vincente Hamilton. La Ferrari qui becca oltre mezzo minuto dalla Mercedes vincente, esattamente come a Melbourne. Solo che in Australia la safety car aveva falsato questo distacco, che altrimenti sarebbe stato praticamente doppio. Si può quindi parlare di progressi del Cavallino? Attendiamo il Bahrain, ormai imminente.
Hulkenberg: 9 – Il tedesco di talento che nessuna squadra top ha valorizzato a dovere dimostra le proprie qualità cogliendo un quinto posto (che poteva essere quarto senza l’attacco di Alonso nel finale) che lo fa stare lì in mezzo ai grandi. Una conferma dopo il sesto posto di Melbourne.
McLaren: 7 – Stavolta il team del ritrovato Ron Dennis non brilla come accaduto in terra d’Australia: sesto Button e nono Magnussen. Non giudichiamo male le prestazioni dei piloti ma ci facciamo qualche domanda sui distacchi: a Melbourne era “solo” mezzo minuto rispetto alla Mercedes. Qui praticamente un giro. Weekend andato storto? Ne capiremo di più, anche in questo caso, in Bahrain…
Kvyat: 8 – Il giovane esordiente Toro Rosso, contatto evitabile con Alonso in qualifica a parte, sta dimostrando consistenza e costanza. Dopo essere andato subito a punti al primo gran premio lo fa anche a Sepang. Un buon inizio.
Muretto Williams: 2 – Sembrava quasi uno scherzo quell’ordine dato via radio a Felipe Massa! A pochi giri dalla fine hanno ordinato al brasiliano (in Formula 1 dal 2002 e quasi campione nel 2008…) di farsi da parte per dare strada a Bottas (non ce ne voglia il finlandese: da poco in Formula 1 e con molte cose ancora da dimostrare). Un ordine fortunatamente non rispettato da Felipe, che aveva già subito questo comportamento a Hockenheim nel 2010 in Ferrari (ma con motivazioni almeno più valide). La Williams ha avuto una caduta di stile clamorosa e ha creato tensioni totalmente inutili per il lavoro della squadra. Peccato, perché le cose quest’anno sembravano decisamente migliori rispetto al passato e quest’errore “diplomatico” potrebbe portare a medio termine tante grane. Sarebbe stato corretto lasciare i piloti a un confronto in pista, anche perché la gara stava finendo, in classifica costruttori non sarebbe cambiato nulla e si era solo alla seconda gara.
Spettacolo: 2 – L’hanno ribattezzata, a buona ragione, “Formula Consumo”. Va bene tornare ai turbo e usare sistemi ibridi ma queste regole legate al consumo di carburante sono ridicole. Ingarbugliano ancora di più un regolamento tecnico già complicatissimo e costringono i piloti ad essere cauti in ogni momento della gara per non bruciare troppa benzina. Risultato? Meno sorpassi e chiaramente meno spettacolo. E, quel che è peggio, si generano situazioni ambigue come quella vissuta da Ricciardo con la squalifica in Australia. I fan sfegatati della Formula 1 stanno sopportando stoicamente da anni ma adesso si è arrivati davvero all’eccesso e soprattutto alla mortificazione di uno sport sì tecnologico ma competitivo per definizione. Se manca la competizione manca tutto. Che la Fia ne prenda atto e corra ai ripari…