Sono giorni difficili per il mondo della Formula Uno. La morte di Jules Bianchi ha sconvolto gli addetti ai lavori, con tutti gli strascichi di polemiche che si porta dietro e che purtroppo, in questi casi e in uno sport come quelle delle corse, non mancano mai. Ma veniamo ai fatti: il 6 ottobre dello scorso anno Bianchi, all’uscita di una curva cieca, si schianta contro una gru che era in movimento per soccorrere un’altra autovettura durante il Gran Premio del Giappone, a Suzuka. La botta è micidiale, uno degli incidenti più tragici degli ultimi anni e difatti le sue condizioni paiono gravissime fin sa dubito. Il tutto aggravato dalle pessime condizioni climatiche, con piaggia battente e buio che stava calando di lì a poco. Viene trasportato in ospedale e sottoposto a un delicato intervento chirurgico alla testa, per un ematoma esteso. Operazione che però non risolverà la situazione, tanto che il pilota francese della Marussia rimarrà in coma fino al giorno della morte, avvenuta lo scorso 19 luglio.
Mesi di battaglia non sono serviti e ai funerali, che si sono svolti nella cattedrale di Sainte-Reparaite di Nizza, c’erano tanti esponenti del mondo delle corse: da Lewes Hamilton a Massa, da Rosberg, compagno di Bianchi ai tempi della Mercedes, a Sebastian Vettel, a Romain Grosjean, pilota della Lotus nonché intimo amico dello sfortunato pilota. Sotto accusa la Fia, come spesso accade in questi casi, rea di non aver ancora stilato un regolamento ferreo per ciò che concerne le modalità dei soccorsi. E proprio su questo argomento si è espresso il campione del mondo in carica Hamilton, che oltre al dispiacere per la vicenda ha sottolineato come la sua fiducia nella Fia sia totale. Fia che ha annunciato attraverso la persona del suo presidente Jean Todt che ritirerà il numero scelto da Bianchi, il 17.
E nel frattempo ci si prepara alla prossima corsa, in programma il prossimo week end in Ungheria. Si prepara la Ferrari e lo fa con il giro di prova di Vettel che ha spiegato quanto sia un tracciato che presenta diversi cambiamenti di pendenza. Dopo la prima curva, molto stretta, si scende verso la seconda che costringe a una frenata in discesa. Le migliori sono la otto e la nove, dove c’è molta più fluidità di tracciato ed è quindi più facile azzardare accelerazioni. Ci vorrà attenzione soprattutto sui cambi di direzione e ai campi di pendenza, numerosi e difficoltosi a detta di chi questo circuito lo conosce bene, come chi ama scommettere sulla Formula 1 sul sito http://www.bet365.it/news/it/betting/motori/formula-1.
Al momento però la rossa ha risposto bene, quando invece si pensava che la pista di Budapest non avesse le giuste caratteristiche per una prestazione positiva delle Ferrari. Certo, le McLaren rimangono quelle da battere e la casa inglese non perde colpi. Prima nella classifica costruttori e con Hamilton prima anche nella classifica dei piloti, in questa stagione, a meno di un colpo di scena eclatante, gli altri rimarranno a guardare. E domenica, prima del semaforo verde, si osserverà un minuto di silenzio in ricordo di Jules Bianchi.