Vittorie inosservate
Con il terzo successo in tre gare Nico Rosberg conferma la sua splendida condizione psicofisica

17/04/2016 23:08:14 Tempo di lettura: 7 minuti

Con il terzo successo in tre gare (sei consecutivi, considerando il finale della stagione passata), Nico Rosberg (voto 10) conferma la splendida condizione psicofisica e inizia a puntellare la prima posizione in classifica. Certo è troppo presto per fare delle previsioni, ma intanto il compagno di squadra continua a perdere colpi e alla Ferrari ne combinano una più di Bertoldo, quindi la pista sembra essere in discesa. L’unica sbavatura da segnalare è stata probabilmente quella partenza con il muso eccessivamente all’interno che gli ha impedito di mantenere la testa della gara, ma poi è stato bravo a superare in souplesse la Red Bull di Ricciardo, fortunato nel vedere l’unico avversario superstite forare una ruota pochi istanti più tardi, impeccabile nel rimanere in pista nonostante il rientro generalizzato ai box ed infine agevolato nella ripartenza da un’improbabile terzetto che gli ha fatto da tampone rallentando i più diretti inseguitori e permettendogli di finire la gara con il volume dell’autoradio a manetta.

Secondo è finito Sebastian Vettel (voto 5), autore di una rabbiosarimonta che però non può prescindere da un errore marchiano commesso al via (se proprio doveva toccare qualcuno, quelladoveva essere la Red Bull), e da una qualifica tutt’altro che impeccabile: fosse partito dalla prima fila il film sarebbe stato probabilmente diverso. Il compagno di squadra (voto 8) si è dovuto inventare una rimonta dalle retrovie resa possibile anche dal gentile utilizzo degli pneumatici che gli ha permesso di risalire sino alla quinta piazza: un po’ poco se paragonato alla posizione sullo schieramento, sin troppo per chi si sia sintonizzato davanti al televisore con qualche minuto di ritardo.

Lodevole la prova di Kvyat (voto 9), planato alla prima curva come se non ci fosse un domani e scintilla scatenante del parapiglia che ha condizionato l’intero svolgimento della gara: col mezzo a disposizione ha ottenuto quasi il massimo, considerando che forse avrebbe potuto opporre un minimo di resistenza in più alle implacabili ire di un Vettel desideroso del suo scalpo. Ottima performance anche dello sfortunatissimo Ricciardo (voto 8) che forse non aveva le carte in regola per vincere, ma sicuramente per finire alle spalle di Rosberg: peccato per quella foratura che lo ha imbottigliato nel traffico delle retrovie.

La sesta posizione è andata a Felipe Massa: punti buoni per far legna, anche se la strategia del brasiliano non ha convinto al 100%, nonostante la solita volitività stavolta fortunatamente un po’ più concreta. Settimo posto per il campione del mondo in carica: per come si erano messe le cose si potrebbe dire che è andata abbastanza bene, ma in realtà Hamilton (voto 4) ha fatto esattamente il contrario del compagno di squadra, dapprima trovandosi invischiato nel trappolone di Raikkonen, poi transitando per i box un giro sì e uno no, infine sbagliando completamente strategia conclusiva. La risultante è che non è nemmeno stato in grado di passare una Williams e, anzi, ha ringraziato che alla Toro Rosso avessero fatto male i conti: ancora qualche chilometro e anche lo scalmanato Verstappen (voto 7) sarebbe riuscito a sopravanzarlo. Cosa che sarebbe stata invece impossibile in così poco tempo all’altro scudiero della squadra italiana: Carlos Sainz jr (voto 6) ha perso troppo tempo nel sorpasso di uno svogliato Vallteri Bottas (voto 5) e si è fermato in nona piazza.

Perez e le due McLaren, il cui encefalogramma si è leggermente mosso, pur rimanendo al di fuori della zona punti, completano la lista dei non doppiati. Tra chi si è beccato un giro da segnalare ancora una volta il commovente Pascal Werhlein (voto 8) della Manor, per alcuni interminabili giri addirittura quarto e di poco alle spalle della più blasonata Renault di Magnussen e il catastrofico Palmer (voto 2), pilota dell’altra monoposto gialla, che si è trovato a chiudere la classifica al termine di una gara in cui ha fatto da chicane mobile. Giornata nera per le Haas, che nei due GP precedenti ci avevano abituato ad epopee degne del Leicester. 

Da notare anche che non c’è stato alcun ritiro, il che rende l’ordine di arrivo del GP di Cina uno dei più popolati della storia della F1. Da una gara tutto sommato divertente possiamo comunque trarre delle considerazioni: la prima è senza dubbio quella che la nuova variabile introdotta dalla terza mescola sta trovando incredibilmente impreparate le scuderie che, con delle strategie a dir poco cervellotiche, rendono le gare una sorta di spezzatino da consumarsi tra un pit-stop e l’altro. Dall’altra si è dimostrato, soprattutto con i falliti tentativi di sorpasso di Hamilton a Massa, che le Mercedes faticano terribilmente quando qualcuno mette loro gli scarichi davanti. Oggi a Rosberg è andata bene che l’intruso fosse Ricciardo, che ha una delle cavallerie meno spinte, ma se davanti si fossero presentate le Ferrari o addirittura le stesse Williams la musica sarebbe stata probabilmente diversa. La scuderia di Modena, da parte sua, non ne imbrocca una: mentre l’anno scorso ha sfruttato ogni singola occasione, cogliendo tre successi con una condotta pilota-team impeccabile, in questa stagione siamo già al terzo (o forse quarto) strafalcione consecutivo. Il potenziale del Cavallino c’è, resta solo da scaricarlo a terra.

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