Gp Austria 2016 - Infografiche
A Montecarlo ci eravamo lamentati che Hamilton, con le ultra-soft, non solo era riuscito a completare praticamente l’intero Gran Premio, ma si era addirittura concesso il lusso del giro più veloce negli ultimi chilometri...

04/07/2016 21:54:19 Tempo di lettura: 4 minuti

Il GP d’Austria, oltre a registrare una nuova puntata della tragicomica telenovella di casa Mercedes, con Rosberg che paradossalmente ha pagato il prezzo più alto del maldestro tentativo di tenere a bada il campione in carica – meritatamente vincitore, solleva una volta di più l’inadeguatezza del sistema di pneumatici.

A Montecarlo ci eravamo lamentati che Hamilton, con le ultra-soft, non solo era riuscito a completare praticamente l’intero Gran Premio, ma si era addirittura concesso il lusso del giro più veloce negli ultimi chilometri: un vero e proprio controsenso per delle gomme che dovrebbero sì garantire prestazioni elevatissime ma per un pugno di giri.

Sullo Spielberg la scena si è ripetuta e ha messo a nudo i controsensi dei compound studiati dalla Pirelli: Hamilton ha percorso un quarto di gara con le stesse mescole con cui aveva vinto nel principato, tanto quanto Raikkonen che però montava le gomme rosse che teoricamente avrebbero dovuto permettergli di spostare molto più in là il rientro ai box. Vettel ci ha provato ma la sua strategia è andata in fumo appena un paio di giri dopo la sosta dell’inglese della Mercedes.

Ci sorgono quindi un paio di osservazioni: con le fragilissime viola Hamilton è stato quasi sempre più veloce delle due Ferrari, che si sono riavvicinate solo nella finestra compresa tra il 13mo e il 16mo giro: dopodiché l’inglese ha continuato a girare leggermente più rapido (3 o 4 decimi a giro) sino al proprio pit-stop. La logica avrebbe voluto che la Mercedes si fosse fermata molto prima per il cambio, invece tra il rientro di Raikkonen e quello di Hamilton è passato un solo giro, mentre Vettel, che teoricamente avrebbe dovuto fare molti più passaggi in virtù della mescola più dura, ha visto esplodere la posteriore destra al compimento del 26mo giro, subito dopo che si era fermato il compagno di squadra, a riprova che i due pneumatici avevano le stesse prestazioni e la stessa durata.

Certo, si potrebbe obbiettare il diverso lavoro esercitato dall’aerodinamica che potrebbe portare le Ferrari a consumare maggiormente le gomme rispetto alle Mercedes. Ma quanto accaduto nelle fasi finali dimostra il contrario: Hamilton e Rosberg infatti guidano la stessa monoposto e il comportamento delle gomme è stato ancor più paradossale. Le “dure”, montate dall’inglese, si sono rivelate infatti più prestazionali delle morbide scelte dal tedesco e questo è letteralmente inconcepibile sia perché quelle di Hamilton erano già parzialmente usurate mentre quelle di Rosberg praticamente vergini, sia perché a quel punto della gara le due monoposto erano praticamente scariche e quindi quasi in configurazione da qualifica. In uno scenario del genere la Pirelli sostiene che la differenza tra le due mescole dovrebbe essere di circa a mezzo secondo a giro, e quindi Nico avrebbe dovuto dormire sonni più che tranquilli. I grafici ci dimostrano invece che Rosberg è stato più veloce di Hamilton solo in tre giri (60, 61 e 62), mentre nei rimanenti ha faticato a mantenere il passo del campione in carica.

Tutto questo ci serve a dire che l’attuale regolamento sportivo, cervellotico e, come appena dimostrato, dagli esiti assolutamente aleatori, deve profondamente essere rivisto, eliminando in toto la scelta della mescola e semmai limitando le squadre a scegliere se fare o meno il cambio gomme: in aggiunta si potrebbe pensare di riaprire le forniture anche ad altri fornitori. L’attuale colorazione delle gomme serve solo a fare confusione e crea frustrazione agli occhi degli appassionati.

Tutte le news, le foto, il meteo, gli orari delle sessioni ed i tempi del Gran Premio di Austria 2016