Finalmente si profila una stagione che spezzera' il dualismo Ferrari-McLaren

24/03/2001 Tempo di lettura: 5 minuti

Outsider: una parola piu' volte vanamente ripetuta ed invocata dagli spettatori del Circus e che quest'anno, con ogni probabilita', potra' essere usata a ragione commentando le imprese dei vari Trulli, Schumacher e Alonso.
Cominciamo dal principio: la stagione 2001 e' iniziata con dei cambiamenti regolamentari volti a rallentare le vetture, in contemporanea con l'entrata di un secondo costruttore di pneumatici, la Michelin: tutti i teams si sono dovuti adattare e, come nel '95 o nel '98, in cui ci furono altre importanti rivoluzioni imposte dalla FIA, solo quelli che hanno saputo sfruttare al massimo le nuove F1 hanno ottenuto la vittoria; tutto questo era chiaro fin dall'inizio del campionato e, anche adesso, queste supposizione - diventate via via quasi delle sicurezze - sono state confermate e, anzi, c'e' stata una piacevole sorpresa per gli amanti dello sport automobilistico: alcune scuderie tra le "non migliori" sono state in grado di valorizzare al massimo le proprie monoposto, al contrario di top teams come la McLaren.
Tutto questo ha portato a distacchi ridotti rispetto a quelli dell'anno scorso e, quindi, ad una maggiore competizione tra i vari piloti: ed ecco che, quasi magicamente, nascono gli outsiders. Le scuderie che prima descrivevo, quelle che si sono adattate molto bene ai nuovi regolamenti, sono - o sembrano, contando che sono passate appena due gare - la "solita" Ferrari, la BMW WilliamsF1 e la Jordan Honda; tralasciando la Rossa, che ormai e' entrata a pieno titolo nell'Olimpo dei top-teams, spiccano i nomi di una Williams dominatrice dei primi anni '90 ma in netto declino a fine decennio, e di una Jordan che al suo undicesimo anno di F1 ha un'occasione imperdibile e, probabilmente, irripetibile: questa occasione si chiama Honda ed e' una speranza per i piloti Jarno Trulli ed Heinz-Harald Frentzen.
Certo, ormai le vetture contano piu' dei piloti, ma senza un driver in grado di uscire vincitore dalle situazioni di gara, nessuna scuderia, Ferrari o Minardi che sia, potrebbe raccogliere buoni risultati; la F1 ha delle promesse che sono tali da fin troppo tempo: Jarno Trulli, Ralf Schumacher, Giancarlo Fisichella (debuttarono nel 1997!) e lo stesso Heinz-Harald Frentzen.
Tutti loro hanno dimostrato di essere dei grandi nel loro sport, come scordare GP come Austria 1997 (Jarno in testa per 37 giri), o la stessa gara nell'anno successivo (Fisichella in pole), o una incredibile competizione quale il GP d'Europa 1999 (Heinz-Harald in testa, poi ritirato, lasciando spazio a Fisichella e a Ralf, che ebbero entrambi dei problemi e dovettero cedere, facendo passare uno straordinario Trulli in seconda posizione)...
Se la BMW WilliamsF1 e la Jordan-Honda sono le principali scuderie che potrebbero intimorire le due grandi, Ferrari - in ottima forma - e McLaren-Mercedes - attualmente in leggero ritardo rispetto alla Rossa ma dotata di un eccezionale potenziale -, abbiamo altri teams che, secondo molti, potrebbero fare degli exploit: prima fra tutti la Sauber, che in Australia ha mostrato un discreto telaio ed un buon motore (il Ferrari 2000..), senza dimenticare la BAR che, nonostante lo stratosferico budget, si trova a meta' schieramento e la Jaguar, anch'essa dotata di molti soldi ma sprovvista di.. risultati!
Le grandi delusioni vengono senz'altro dalla Benetton - va bene tutto, ma la Renault non puo' fare figure simili! - e dalla Prost che, con il suo motore Ferrari, aveva sognato buone prestazioni e che invece quest'anno si trova in una situazione poco migliore dell'anno precedente.
La Arrows e' un caso a parte perche' con un telaio di media qualita' ed un motore il cui grado di bonta' non e' ancora chiaro non si e' ancora messa in posizione di fare previsione per le prossime quindici gare.
Chiudo con un commento sulla Minardi: il team italoaustraliano ha messo insieme un buon telaio che sopperisce in discreta parte alle grandi carenze del "preistorico" Ford che equipaggia la PS01; questo e' un chiaro segno che gli anni passano, i "bei tempi" finiscono ma, alla fine, la buona volonta' e la perseveranza pagano.