02/09/2001 Tempo di lettura: 10 minuti

Gara piena di colpi di scena quella corsa oggi a Spa-Francorchamps; piena soprattutto di paura, di momenti di vero e proprio terrore vissuti dalla Prost e dal diretto interessato: Luciano Burti.

Ma prima di parlare di questo pericolosissimo incidente, è il caso di spiegare quanti patatrac sono stati innescati precedentemente: alla regolare partenza delle 14, Frentzen, finalmente quarto in griglia con una Prost non molto competitiva, non può partire per problemi alla frizione, bloccando la procedura di partenza ed essendo costretto a eseguire il successivo start dalle retrovie, come previsto in questi casi dal regolamento. Infatti, mentre le luci rosse si stavano gradualmente spegnendo, il tedesco ha iniziato ad agitare le braccia dall’abitacolo della sua Prost.

Ripartenza alle 14:09; stavolta ad avere problemi (ma al principio del giro di ricognizione) è Montoya, che non riesce ad avviarsi, anche perché aveva commesso un errore che avrebbe comunque pagato in seguito, ovvero quello di inserire la prima marcia troppo presto al primo start. A quel punto il colombiano ha dovuto condividere la stessa sorte di Heinz-Harald, partendo dal fondo dello schieramento.

Avviene lo start e la Williams di Ralf Schumacher riesce a bruciare tutti, compresa la Ferrari del fratello, il quale, dopo pochi chilometri, quindi sempre al primo giro, riesce a superare la vettura motorizzata BMW e ad assumere il comando della corsa. Anche le McLaren riescono ad attaccare molto bene gli avversari, recuperando qualche posizione…

Di lì a pochi secondi accade l’impensabile, si sfiora la tragedia: in un punto velocissimo del tracciato di Spa, Irvine e Burti combattono per avere il sopravvento l’uno sull’altro; Eddie riesce a controllare Luciano, ma si toccano (ad altissima velocità) ed entrambi volano sulle vie di fuga, con la sola differenza che l’irlandese non impatta in modo violento sulle barriere ed esce subito illeso dall’abitacolo, mentre il brasiliano va a picchiare a tutta velocità sulle gomme, che hanno assorbito grandissima parte dell’energia cinetica, ma si sono sollevate ricadendo sulla Prost del povero Luciano, rimasto per un po’ di tempo sotto i copertoni delle barriere di protezione. La cosa più brutta è che l’angolo di impatto è stato micidiale, quasi 90 gradi esatti, ovvero la stessa angolazione che costò a Michael Schumacher il Mondiale nel 1999. Eddie, resosi conto della gravità della cosa, si è messo ad aiutare i commissari spingendo via le gomme dalla monoposto blu.

Le telecamere non hanno ripreso da vicino l’evento, in quanto in questi casi è bene rispettare la privacy delle operazioni di soccorso, spettacolo che si cerca di risparmiare ai telespettatori che seguono da casa. Intanto entra la Safety Car e viene, dopo poco tempo, esposta la bandiera rossa: gara sospesa, ripartenza non appena concluse le operazioni di soccorso e non appena riabilitata la pista in quel punto. Tutto viene rimesso a posto, vengono portate via le monoposto incidentate, vengono tolti alcuni detriti, ed Eddie Irvine segue (salendo su un’altra macchina della FIA) l’ambulanza che trasporta Luciano.

All’inizio non si hanno notizie di cosa sia accaduto a Burti, ma fortunatamente si sa che respira e che parla. Notizie certamente stupende, dopo l’enorme paura di chi ha seguito tale sventura.

Alle 14:45 vi è il nuovo giro di ricognizione, e qui è Ralf Schumacher ad avere i problemi: giornata nera per la Williams! Tra l’altro, visti i notevoli ritardi nell’avviamento della gara, più volte ripartita e più volte interrotta, vengono anche eliminati alcuni giri, ovvero si sarebbero corsi 36 dei 44 iniziali. Quindi anche Ralf è costretto alla partenza dal fondo dello schieramento, insieme all’altrettanto poco fortunato compagno di scuderia Juan Pablo.

Adesso è Michael Schumacher a essere primo in griglia, in quanto le due Williams che lo precedevano sono molto più indietro, e la partenza è scontata per il tedesco, che è il primo a passare la curva a gomito della Source. A quel punto la gara è un vero e proprio monopolio da parte del pilota di Kerpen, che domina incontrastato, eccetto che per pochi giri (causa i pit-stop), dall’inizio alla fine! E così il Barone Rosso è andato verso un’altra stupenda vittoria, che adesso lo porta a quota 52 successi, ovvero al sorpasso di Alain Prost, rimasto dietro a quota 51. In parole povere, Michael Schumacher festeggia i suoi dieci anni in Formula 1 (esordì nel 1991 proprio qui a Spa) con il successo che lo corona come pilota più vincente di tutti i tempi in Formula 1.

Una soddisfazione enorme per il talento tedesco ed una soddisfazione altrettanto grande per gli uomini in rosso, che hanno consegnato questa splendida F2001 al loro pilota di punta.

Al secondo posto si è piazzato Coulthard, che difende molto bene la sua seconda posizione in classifica piloti, dopo aver battagliato con un bravissimo Giancarlo Fisichella, giunto terzo, in grado di ottenere quattro punti che rappresentano un’enormità per la Benetton, che l’anno prossimo sarà Renault.

Quarto Mika Hakkinen, non molto convincente, ma pur sempre capace di attaccare varie vetture e compiere sorpassi molto belli. Di certo, non è più il finlandese che correva di questi tempi l’anno scorso: quello storico passaggio in cui superò Michael con Zonta che fungeva da spartitraffico, oramai è acqua passata, per lo meno per questa stagione!

Al quinto posto troviamo Rubens Barrichello, che ha avuto problemi alla chicane della fermata dell’Autobus, in quanto ha colpito con l’anteriore i birilli (ancorati al suolo) posti su un cordolo. Ciò gli è costato l’alettone anteriore, e la successiva sostituzione dell’intero musetto ai box è stata una gran perdita di tempo per il brasiliano.

Sesto un grandissimo Jean Alesi, che ha ottenuto il suo primo punticino con la Jordan! Settimo Ralf Schumacher, seguito da Villeneuve, dallo sfortunatissimo Heinz-Harald Frentzen (che ha compiuto un miracolo in qualifica con la quarta piazza in griglia) e da Verstappen. Panis è giunto, con la sua BAR, undicesimo, ricevendo anche un bel regalo di compleanno: uno stop and go di dieci secondi per via del taglio della linea bianca di demarcazione in uscita dai box. È lo stesso motivo che ha compromesso la gara di Ralf Schumacher al Nürburgring, a fine giugno.

Dodicesimo Bernoldi, seguito da Marques (siamo già in zona ritiri), Trulli, che era quinto ed ha dovuto abbandonare per via di problemi al propulsore, con sua enorme disperazione; poi Button, Montoya (ritiratosi per via della rottura del suo motore BMW), De la Rosa ed Heidfeld. Tutti gli altri si sono ritirati per motivazioni varie.

La cosa più importante, per concludere questa giornata, è affermare che le condizioni di Luciano Burti sono molto buone: nessun danno all’encefalo e alla colonna vertebrale, nessuna rottura a livello osseo. Le uniche conseguenze del devastante impatto sono state piccole ferite e numerose contusioni disseminate in tutto il corpo.

Oltre a questa meravigliosa notizia, io aggiungerei qualcosa di altrettanto importante: è necessario dare, ancora una volta, un dieci pienissimo, magari con lode, alla sicurezza che i bolidi di Formula 1 hanno oramai raggiunto oggi. Mentre portavano via la vettura del brasiliano, si potevano ben vedere i segni di una botta fortissima, ma, ciononostante, la cellula di sopravvivenza ha retto benissimo, e la zona anteriore della monoposto, là dove sono alloggiati gli arti inferiori del pilota, ha resistito in modo altrettanto lodevole.

Se ciò fosse accaduto una decina d’anni fa (ma anche meno), la Formula 1 avrebbe probabilmente perso uno dei suoi protagonisti. Quindi, per porre sotto terra qualsiasi accusa rivolta alla severità della FIA nel campo della sicurezza, basta semplicemente immaginare che quella tanto discussa severità ha salvato una vita. Ciò va oltre qualsiasi gara, oltre qualsiasi tipo di competizione: oggi, la freddezza tanto giudicata di un regolamento tecnico ha permesso di vincere la sfida più grande, ovvero quella di proteggere da uno smisurato rischio una vita umana. E questo non ha prezzo.