Vittoria numero cinquantacinque per Michael Schumacher. Ottimo lavoro da parte del pilota e da parte della Ferrari. Alla partenza le prime emozioni: Montoya cerca di tagliare, come fa usualmente il campione del mondo in fase di start, ma il colombiano arriva lungo al primo cambio di direzione, si fa sorpassare da Michael, e, non contento, cerca di superarlo nel rettilineo successivo a quello della partenza. Ma il tentativo fallisce, perché Juan Pablo tampona leggermente Schumacher, arrecando danno alla propria vettura (musetto) ma senza danneggiare il rivale tedesco. Poi c’è la rimonta di Barrichello, partito in ottava posizione, che riesce a sorpassare perfino il compagno di squadra. Un problema tecnico di natura ancora non nota fermerà il brasiliano, non molto dopo. La F2001, famosa per la sua affidabilità, dimostra tutto l’opposto, se si considera anche la gara malese. Successivamente Ralf diventa il principale rivale del fratello, raggiungendolo e provando a sorpassarlo, ma tutto questo da metà gara in poi. Infatti gli ultimi venti giri circa, sono stati un continuo e costante duello ravvicinato tra i due fratelli del Circus, e l’emozione non è affatto mancata. Finalmente la F1 sta raggiungendo quello standard di spettacolo che tanto era desiderato dal pubblico. Ed in questo modo la vettura numero uno è giunta ancora una volta al traguardo nella posizione di dominio. Secondo è arrivato, ovviamente, lo “sfidante” Ralf, seguito, a distanza, da David Coulthard, che finalmente porta a punti una McLaren che non sembra più quella che abbiamo visto negli ultimi mondiali. Quarto Jenson Button, come in Malesia, e ciò porta grande bene al driver inglese, oltre che alla Renault, che sta davvero meravigliando: ottimo lavoro anche per quest’accoppiata. Quinto Montoya, che, dopo il tamponamento ad inizio gara, è dovuto necessariamente passare ai box per cambiare musetto, perdendo così un enorme manciata di secondi preziosissimi. Sesto Mika Salo, che rivela ancora la grande costanza di rendimento della Toyota: tale team, nonostante sia esordiente, sta esprimendo il meglio di sé. Da notare che, su un circuito dove le temperature favoriscono in maniera assoluta le coperture Michelin, ha vinto una monoposto gommata Bridgestone, la sola tra i primi sei arrivati al gran premio. Settimo Irvine, seguito dal compagno di squadra De La Rosa (la Jaguar sembra essersi lievemente ripresa…). Nono Sato, con la sua Jordan, a più di un giro di distacco dal campione del mondo. Successivamente troviamo una lunga lista di “ritardatari”: Villeneuve (che si è fermato a pochi giri per problemi alla sua vettura), Webber, Raikkonen, Yoong, Heidfeld. Nick, in mattinata, durante il warm up, ha creato una situazione di grande pericolo, nella quale, bene o male, ha fatto un danno non molto grande, ma poteva essere un dramma: successivamente allo stop di Bernoldi (con la vettura in fiamme) alla Curva do Sol (subito dopo il rettifilo di partenza), la Medical Car si è fermata di fronte alla monoposto del brasiliano; subito dopo è sopraggiunta una Ferrari, che ha scansato in tempo il pericolo, ma Nick non ce l’ha fatta ad evitare l’improvviso ostacolo che si è trovato davanti (complice un ritardo nell’uso delle bandiere gialle, che segnalano le situazioni di pericolo in pista), trovandosi a colpire lo sportello già aperto della vettura del medico! Se il pilota di tale macchina fosse uscito dal mezzo mentre giungeva Heidfeld, sarebbe stato travolto in pieno, ed il dramma sarebbe stato certo. A parte tale fatto, che comunque non ha suscitato alcun tipo di provvedimento contro il giovane driver tedesco della Sauber, continuiamo ad osservare la classifica dell’ordine d’arrivo del gran premio di Interlagos: quindicesimo posto per Trulli, perseguitato dai guasti e dalla sfortuna: la Renault lo ha lasciato a piedi. Poi troviamo Massa, buttato fuori pista da un’azione un po’ azzardata di Webber; diciassettesimo posto per McNish, seguito da Panis (la Honda ha davvero avuto difficoltà in Brasile), Frentzen, Bernoldi, Barrichello (già citata la sua perenne mancanza di buona sorte…). Infine troviamo Fisichella, che si è fermato a causa del propulsore. La malasorte perseguita anche lui: tamponato nelle prime due gare, ritirato per cedimento del motore Honda ad Interlagos. Già si può ipotizzare che questo mondiale vedrà poche volte emergere le McLaren, che avranno l’opportunità di vincere solo qualche gara, dal momento che Ferrari e Williams si contendono sempre le prime posizioni. Michael e Ralf hanno dato grande spettacolo: nel costruttori domina la Williams, anche se le Rosse hanno recuperato due punti nella corsa alla prima posizione. Nel piloti regna incontrastato (o quasi) il campione del mondo. Appuntamento ad Imola, adesso, tra quindici giorni. Il Popolo Ferrarista attende impaziente di vedere le vetture di Maranello in azione, e, possibilmente, vittoriose. Il gran premio di San Marino sarà giorno 14, e la lotta tra Grove e Maranello sarà più serrata che mai, specie per la conformazione del tracciato emiliano.
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