Il Canada porta, ancora una volta, grandi vantaggi alla Ferrari. Vincitrice con Schumacher nel 1998, nel 2000, ed adesso, come a voler confermare il ritmo degli anni pari, nel 2002 l’ennesimo trionfo, quinto personale di Michael a Montreal, vittoria numero 150 per la Ferrari, sesta stagionale per il campione del mondo in carica. Ancora per lui, 70 punti nel titolo piloti, contro i 27 di Montoya e Ralf, ed i 26 di Coulthard. Tre piloti, di cui due della stessa squadra, che lottano per il secondo posto in classifica. La Ferrari sta per monopolizzare ulteriormente il campionato: una superiorità costruita, questa volta, con la strategia, intelligente quanto fredda e lungimirante. Al secondo posto troviamo un David Coulthard in leggera ripresa, ma comunque ancora non del tutto fuori dalla crisi McLaren, che dev’essere seriamente risolta. Terzo posto per Rubens Barrichello, che, nelle prime fasi di gara, è stato grandioso, sorpassando Juan Pablo, infiammando il pubblico presente sulle tribune e gli spettatori che seguivano da casa. Quarto Raikkonen, che provvede a tenere alto il morale delle Frecce d’Argento, le quali, come dicevo prima, sembrano essere in ripresa. Quinto, con grande gioia di noi italiani e del personale Jordan, Fisichella, che colleziona un'altra quinta posizione, e, soprattutto, altri due importanti punti per la graduatoria mondiale. Sesto Trulli, altra soddisfazione per l’Italia, con la Renault. Settimo Ralf Schumacher, che, incredibilmente, ha rotto subito dopo il traguardo, circa trecento metri dopo. Ottavo Olivier Panis, anche se la disastrata Bar continua ad essere l’unica squadra senza punti nel mondiale costruttori. Nono Massa, seguito da Sato, Webber, Heidfeld, Frentzen, Yoong. Questi ultimi ad almeno un giro di ritardo dal primo arrivato. Passando ai ritirati, troviamo Button, Montoya (il motore Bmw è piuttosto fragile, e rappresenta un problema che va risolto, se vogliono vincere gare), McNish, che è finito in mezzo alla pista con il cambio bloccato, ma grazie all’intervento dei commissari di percorso, si è evitata una seccante Safety Car, che avrebbe annullato il gran premio. Troviamo ancora Irvine (la Jaguar è in netta crisi, da troppo tempo), Salo, cui, tra l’altro, è stata comminata una penalizzazione per eccessiva velocità in corsia box, De La Rosa, Bernoldi (che ha fatto una gara discreta), Villeneuve. Quest’ultimo è stato tradito, ancora l’ennesima volta, dalla sua Bar. Il canadese continua ad essere sfortunato, sempre al gran premio di casa, tra le altre cose. Proprio in occasione del suo ritiro, con la vettura ferma a lato del velocissimo rettifilo precedente i box ed il traguardo, è scesa in pista la Safety, che ha annullato le distanze, consentendo ad alcune monoposto di entrare ai box approfittando del rallentamento, ma, a parer mio, effettuando soste troppo in anticipo. Ciò è successo a Montoya, che, successivamente, si è trovato a lottare con le Ferrari, e, come oramai accade frequentemente in questi ultimi anni, la corsa si è decisa ai box, con la strategia Ferrari che ha dominato e surclassato le rivali. Prossimo appuntamento tra due settimane in Europa. E se le Ferrari dovessero sbancare di nuovo, il mondiale rischierebbe davvero di chiudersi con largo anticipo…
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