Sarebbe il caso di dare i numeri! Ovviamente nel senso di elencare alcune cifre che possono solo coronare la grandezza della Ferrari nel 2002 (così come negli ultimi anni di competizioni): centesimo gran premio Bridgestone, festeggiato con un ennesimo successo; nona doppietta Ferrari di quest’anno; sessantunesima doppietta Ferrari della storia; quinta doppietta consecutiva per le vetture rosse; sessantaquattresima vittoria in carriera per Michael Schumacher (undicesima nel 2002); quinta vittoria del tedesco a Suzuka. Mondiale piloti vinto con sei gare d’anticipo, e, nelle ultime cinque, totale dominio di Maranello. Dati così, riassumono alla meglio ciò che è accaduto nella stagione appena conclusa. Stagione dei record, riscritti dai ferraristi. E le proposte di zavorra o scambio piloti nel corso di una stagione sono davvero ridicole. Ridere in faccia a chi le propone e le sostiene è quasi d’obbligo: vorrebbero aggiungere un tot di zavorra alle vetture più avvantaggiate in classifica, in modo proporzionale ai punti ottenuti. E poi vorrebbero effettuare, in futuro, scambio di piloti tra le varie scuderie (esempio: Michael Schumacher alla European Minardi e non alla Ferrari). Assurdità che fanno accapponare la pelle, o semplicemente battute ben recitate? Resterà un mistero, ma uccidere la bravura di chi vince, con zavorre varie (nonostante si faccia nel campionato Gran Turismo Fia), o far salire un pilota su una macchina messa a punto da altri, con metodi e parametri completamente differenti, sono comunque proposte troppo poco concrete. Molto più interessante, invece, reintrodurre le qualifiche il venerdì, oltre al normale sabato. Un tempo (fino al 1994 circa) si faceva così. Ed un ritorno al passato, in questo senso, potrebbe far bene allo spettacolo, ad una F1 che il venerdì sceglie di risparmiare fatiche, e far credere ai tifosi sulle tribune che il biglietto pagato è stata solo una spesa inutile. Ma voi, giustamente, vi chiederete cosa c’entrino questi discorsi con Suzuka 2002! C’entrano eccome! Perché è soprattutto di questo che si è discusso nel paddock dell’ultimo appuntamento iridato! Problematiche importanti, che costituiscono buona parte dei discorsi che andrebbero fatti nella massima categoria dell’automobilismo. Tornando alle nostre classifiche, ovviamente il campione del mondo in carica e Rubens Barrichello sono arrivati ai primi due posti, seguiti da un bravissimo Kimi Raikkonen, che salva le sorti della McLaren in quest’ultima gara. Quarto posto per Juan Pablo Montoya, poco agguerrito, o forse svogliato, o, meglio ancora, incapace, con la sua Williams, di raggiungere le imprendibili Ferrari. Il quinto posto, con grande e graditissima sorpresa del pubblico di Suzuka e della Jordan (per non parlare di patron Eddie), spetta ad un eccezionale Takuma Sato, che ha saputo sfruttare bene l’occasione giuntagli vicina, e l’ha presa al volo. E’ stata festa grande, come quella vissuta a Melbourne per l’arrivo a punti di Mark Webber. Ora possiamo dire, confermare, che l’aria di casa fa benissimo ai piloti interessati. Si notavano, sulle tribune, tante magliette e cappellini gialli, per il pilota giapponese, ma soprattutto per la Honda, che ha fatto magra figura di fronte al pubblico di casa. Sesto posto per Jenson Button, che ottiene un ennesimo punticino per la classifica propria e della brava Renault, che ha conquistato, al primo anno del grande rientro, la quarta posizione nel mondiale, dietro i “grandi” (?) team. Settimo Heidfeld, che conclude in modo discreto il suo buon 2002. Ottavo Salo, con una Toyota cui ancora aspetta tanto lavoro e molto sviluppo. Nono Eddie Irvine, ad un giro, e decimo Webber, a due giri di distacco dal vincitore. Seguono i ritiri, numerosi quanto tristi: Ralf Schumacher ha dovuto abbandonare la gara per colpa dell’ennesimo Bmw arrosto; De La Rosa, altra dimostrazione che la Jaguar ha ancora parecchio da fare per migliorarsi, specie come affidabilità; Fisichella, tradito anch’egli dal motore Honda (la casa giapponese, ribadisco, ha fatto una figura poco bella di fronte ai propri tifosi…); Trulli, ancora una volta a piedi per problemi alla vettura; Villeneuve, che sembrava aggressivo, in un primo momento, ma poi ha dovuto gettare la spugna per colpa di una fumata dal suo motore (sempre Honda). Yoong ha percorso quasi più strada in testacoda che sul tracciato: nulla togliendo al malese, sarebbe bene ricordare, almeno una volta, che gli sponsor non possono sostituire la bravura di un pilota, specie in F1, dove l’onore di chi guida è alto. Panis ha dovuto chiudere presto la partita: cambio bloccato. Il problema sembrava essere stato risolto ai box, con uno spegnimento e riaccensione del propulsore, ma dopo un giro Olivier è definitivamente rientrato ai box per il ritiro vero e proprio. Coulthard ha dovuto anch’egli terminare molto presto la sua gara (l’affidabilità della Mercedes scricchiola notevolmente); e da bravo pilota ha salutato uno per uno i meccanici prima di andarsene, sicuramente in partenza per l’Europa. Massa ha terminato la sua gara con un’uscita di pista: il suo posto in Sauber, comunque sia, è saltato. Ricordo che McNish non ha partecipato al gran premio a causa dell’incidente del giorno prima, durante la sessione di qualifica del sabato. Lo scozzese aveva effettuato il warm up, ma successivamente i medici lo hanno fermato, probabilmente in quanto non ritenuto nelle condizioni di sopportare lo stress fisico e psicologico di quasi due ore di gran premio. Per quanto concerne il mondiale piloti, Michael Schumacher è, oramai da mesi, indiscusso campione del mondo con ben 144 punti; Barrichello è vice campione con 77 punti; Montoya è terzo con 50; seguono Ralf Schumacher, con 42; Coulthard con 41; Raikkonen con 24. Nel mondiale costruttori, la Ferrari ha sbancato in modo nettissimo: 221 punti, contro i 170 del 2000, quando sembrava che il dominio fosse nettamente rosso. La Williams è a quota 92, nemmeno la metà dei punti di Maranello. La McLaren 65, seguita dalla Renault, con 23 punti iridati. La Sauber è a quota 11, e la Jordan ha raggiunto la sesta posizione nel mondiale, con 9 punti, grazie soprattutto al quinto posto di Takuma Sato conseguito oggi. Ciò significa tanti soldi in più per la scuderia in giallo, che serviranno sicuramente ad ampliare le possibilità di successo nei tempi a venire. Detto questo, non si può che concludere ricordando che su 17 gare del 2002, le Ferrari hanno vinto ben 15 volte, eccetto il gran premio della Malesia, vinto dalla Williams di Ralf Schumacher, e quello di Monaco, il cui trionfo appartiene a David Coulthard. Unici sprazzi di concorrenza in un monopolio che sembra già profilarsi reale nella prossima stagione, il 2003. Perché? Semplice: il vantaggio, in termini tecnici, acquisito dalle rosse di Maranello e da tutto il team in generale, è talmente ampio che gli inseguitori faranno fatica ad avvicinarsi in tempi brevi. Da oggi muore il campionato del mondo di F1 2002, ed ha inizio il periodo di riposo, specie per i piloti: i progettisti non smettono quasi mai di lavorare per costruire macchine che vincano come la F2002. Sfortunatamente, non tutti sono in grado di creare capolavori come questi, ma a tutta la F1 vanno fatti gli auguri per un buon 2003, e soprattutto affinché, quanto prima, lo spettacolo e le sportellate tornino a vincere ogni gara insieme agli eroi del Circus!
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