Quando nel 2018 il magnate canadese Lawrence Stroll rileva la scuderia Force India in forte difficoltà ha probabilmente già in mente il percorso che avrebbe portato alla nascita della Aston Martin F1, dopo due anni di transizione passati come Racing Point.
La Force India era una scuderia che aveva dimostrato di avere del potenziale e di saper affrontare sfide importanti con budget decisamente ridotti, l’iniezione cospicua e continua di capitali da parte di Stroll faceva quindi presagire un futuro più che roseo. Ma dal rosa della Racing Point si è passato al verde della Aston Martin, un verde che rappresenta sicuramente la speranza che la scuderia con sede a Silverstone possa lottare per posizioni importanti in griglia.
Deve essere stata proprio questa speranza a convincere Sebastian Vettel, malamente allontanato dall’amata Ferrari, a credere nel progetto e ad unirsi al team.
Seb nel 2021 si unisce ad AM probabilmente nel punto più basso di un inaspettato declino di una carriera che che è stata straordinaria, ma anche a tratti complicata. Dopo il brillante esordio con Sauber, la prima vittoria con Toro Rosso e l’incredibile serie di 4 titoli Mondiali vinti in Red Bull, Sebastian Vettel nel 2015 arriva in Ferrari con le stigmate di chi deve fare il miracolo di riportare la Rossa alla vittoria.
I suoi anni in Ferrari sono un mix di emozioni difficilmente descrivibili. Già nella prima stagione diverse vittorie, tanti podi e gare combattute da leone lo fanno rapidamente entrare nei cuori di tutti i tifosi, prontissimi ad accogliere un altro tedesco che porti la Rossa alla vittoria. Nel 2015 chiude terzo ma è più che tangibile la sensazione che Seb è l’uomo della speranza su cui tutti contano ancora più di prima. Ma nel 2016 le cose non vanno come in tanti prevedevano e alcuni episodi sfortunati, alcune contestate penalizzazioni (le prime di una lunga serie) ed alcuni errori (purtroppo anche questi i primi di una lunga serie) lo portano al quarto posto finale in classifica.
Ma Seb e la Ferrari sono ancora determinatissimi e con grande forza portano un primo grande assalto a Mercedes e ad Hamilton nel 2017 (Vettel secondo a 46 punti da Hamilton) ed uno ancora più deciso nel 2018. Sono però anni con molti alti e bassi, con tanti episodi sfortunati, e con tanti errori sia del pilota sia della scuderia, errori frutto di una pressione ambientale che in Ferrari sale anno dopo anno ed è difficilmente sostenibile da chiunque. Vettel tenta di portare la sua monoposto oltre le sue reali possibilità, si spinge in molte occasioni oltre al limite ed alcune volte commette errori proprio per questo motivo. Ma è l’errore in Germania nel 2018 a segnare definitivamente il rapporto tra Seb, la Ferrari ed i suoi tifosi. È il giro numero 52 del Gran Premio di Germania. Sebastian Vettel, in condizioni di pioggia, è in pista ed in testa con gomme slick, ma commette un piccolo errore e va lungo in curva, la sua Ferrari si infila nella ghiaia, sbatte lentamente contro le barriere ed è costretto al ritiro. Lewis Hamilton chiuderà in testa e la Mercedes sorpasserà la Ferrari in vetta al Mondiale. 188 punti per il britannico, 171 per il tedesco. Un errore che si trasformerà in un incubo, una maledizione dal quale Seb non riuscirà più a liberarsi, anche perché arriveranno momenti ancora più difficili, perché in Ferrari nel 2019 e nel 2020, anni del ferrari-gate e della pandemia, sarà affiancato dal giovanissimo e velocissimo Charles Leclerc in grado di rubare lentamente ma inesorabilmente la scena al tedesco ed il cuore dei tifosi della Rossa.
Il 2020 è sicuramente l’anno peggiore per Vettel, con la Ferrari che annuncia il divorzio per il 2021 ancora prima dell’inizio effettivo della stagione, ferma a causa della pandemia. A completare il quadro disastroso arrivano anche i tristemente noti contatti e incidenti in pista con il compagno Leclerc, che pesano come macigni sul già mortificato orgoglio di Vettel.
Il primo anno dell’avventura in Aston Martin serve infatti più a lui che alla scuderia. Seb deve ritrovare fiducia ed entusiasmo, ed alla fine dell’anno, nonostante una Aston Martin decisamente sotto le aspettative, sembra che il campione tedesco abbia ritrovato quantomeno il sorriso, chiudendo davanti al giovane compagno e principino di casa Lance Stroll e vincendo il FIA overtake award, come pilota ad aver effettuato più sorpassi in stagione (132).
Per Vettel il 2022 rappresenta quindi una grande occasione di riscatto, al secondo anno in Aston Martin ed al secondo anno accanto a Lance Stroll, altro pilota che ha proprio bisogno di una definitiva consacrazione, per mettere fine alle tante critiche che lo accusano di essere in F1 solo perché figlio del titolare della scuderia.
Ma in realtà Lance fin da giovanissimo vince quasi ogni campionato a cui partecipa, inclusa la Formula 3, e non tutti sanno che nel 2015 entra a far parte del Ferrari Driver Academy prima di passare alla Williams alla fine del 2016 e di debuttare in F1 senza però il cruciale passaggio dalla Formula 2. È proprio questo esordio prematuro a complicare la carriera di Stroll, che nonostante numerose sessioni di test privati su vecchie Williams (prove pagate dal padre), nel suo anno di esordio è autore di molte prove incolore. Finirà la stagione al dodicesimo posto dietro il compagno Felipe Massa. Ancora peggio nel 2018, ma non per colpa sua, con una Williams in crisi tecnica ed economica non riesce a far meglio del diciottesimo posto sopra solo il compagno Sirotkin e l’esordiente Hartley su Toro Rosso.
Nel 2019 papà Lawrence pretende un posto per suo figlio nella neonata Racing Point, accanto a Sergio Perez. Il confronto con il messicano è quasi impietoso per tutta la stagione ed alla fine dell’anno Stroll chiude con meno della metà dei punti del compagno. Il 2020 è l’anno della Racing Point ribattezzata da tanti Mercedes Rosa, per la grande somiglianza con la monoposto che sta dominando l’era ibrida e che i soldi di papà Stroll avevano portato nella fabbrica di Silverstone nella versione 2018. Anche se la monoposto si dimostra competitiva ancora una volta il confronto con il compagno Perez è alquanto impietoso: il messicano chiuderà l’anno al quarto posto mentre Stroll sarà solo decimo.
Sono quindi anni piuttosto difficili, che lasciano molti dubbi agli osservatori in parte confortati da qualche lodevole performance in condizioni da bagnato, ma davvero poco per poter dire che Lance meriti effettivamente il sedile in F1 letteralmente comprato dal padre.
Nella scorsa stagione l’arrivo di Vettel nella scuderia appena ribattezzata Aston Martin potrebbe accentuare ancora di più questo concetto, ma Lance invece tiene in qualche modo testa al quattro volte campione del mondo standogli davanti in qualifica 8 volte su 22 e finendo davanti in gara 14 volte su 22. Alla fine del campionato, su una monoposto decisamente modesta, è appena 9 punti dietro al titolato compagno e mostra in più occasioni di meritare davvero la permanenza in F1.
Aston Martin pochi giorni fa ha presentato la AMR22, la monoposto con il quale disputerà la stagione in arrivo. Nonostante alcune voci alquanto insistenti su un progetto ancora indietro e non pronto per affrontare al meglio la rivoluzione regolamentare, le dichiarazioni di Lance e di Vettel sono state di grande ottimismo, e durante la presentazione abbiamo visto un Vettel molto sereno e sorridente, come non lo si vedeva da tempo.
A questo punto non ci resta che vedere se entrambi i piloti sapranno sfruttare il grande cambiamento per dimostrare di essere usciti definitivamente dalla crisi (Vettel) e degni di un posto in F1 (Stroll).
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